Allegri, non è successo niente

Dopo alcune settimane di dibattiti, iniziata dagli organi dell’Unione europea, la procedura di infrazione per il bilancio 2019, voci sconosciute e altre autorevoli o quasi si affannano a spiegarci che non è successo niente. Ci saranno contraccolpi: ma mica subito. Seguiranno altri provvedimenti anti-infrazione, ma dovranno passare mesi. Uscita l’Italia (cioè cacciata) dall’Ue? Sì, ma ci vorrà qualche anno.

Catastrofe? Non bisogna esagerare e, poi, se ne dovranno ancora verificare i prodromi. Anche alcuni “specialisti” pare che abbiano scelto la specialità della specialità consistente nel “tranquillizzare” gli Italiani. C’è da meravigliarsi? È una forma di ulteriore incoscienza?

Direi che questa fase è quella meno imprevedibile. Che volete che Luigi Di Maio e Matteo Salvini inizino un concerto di piagnistei per la situazione in cui ci hanno cacciato? E, poi, non avete visto com’è stato facile? Del resto, è così anche per i privati. I miei genitori si sarebbero sottoposti al martirio pur di non firmare una cambiale, cosa che riuscirono a non fare e fecero sì che anch’io in tutta la mia vita non ne abbia mai firmato una. Ma c’è chi è assai più disinvolto ed è capace di spiegarci che a firmar cambiali non ci vuole niente. In un racconto di molti anni fa leggevo che negli inventari delle spese di una impresa cinematografica figurava la voce: “cambiali: lire 15.250”. Poco assai, in verità, come aveva notato un certo ispettore. Senonché quello era il costo dei moduli bollati acquistati in tabaccheria. Un costo sopportabile, come avrebbe spiegato un economista di quelli di cui parlavano poc’anzi.

Quello del debitore, e di debitore disperato (si fa per dire), è infatti una professione che, una volta intrapresa, porta a forme di ragionamento e di sensibilità del tutto particolari, con una concezione del tempo, delle scadenze ancor più particolari. Ed una capacità di vivere alla giornata da far invidia ad un nababbo.

In politica, poi, i debitori di professione sono ancor più specialisti e vivono benissimo, malgrado, i debiti in cui annega lo Stato, la Regione, il Comune. Insomma, Pantalone. Cioè annegherà, ma solo dopo le elezioni. E allora, di che preoccuparsi?

Aggiornato il 22 novembre 2018 alle ore 16:26