La Ue ci condanna e Savona alza “bandiera bianca”

Le conseguenze della bocciatura della manovra sono numerose. La Commissione europea avvierà la procedura per deficit eccessivo per violazione della regola del debito. Una volta aperta la procedura, il primo passo dovrebbe essere la richiesta di correzione degli squilibri identificati attraverso un percorso di rientro concordato nei modi e nei tempi. Viene notata “un’inadempienza particolarmente grave rispetto alle raccomandazioni indirizzate all’Italia”. Il futuro è complicato. “L’incertezza – sostiene la Ue – e l’aumento dei tassi di interesse provoca danni all’economia italiana, ostacola la capacità delle banche di prestare alle imprese e alle famiglie a costi abbordabili”. L’esecutivo europeo non ha gradito quota 100, perché il tasso di occupazione è sotto la media.

Secondo il governo di Bruxelles, il Def viola in maniera “particolarmente grave le raccomandazioni indirizzate all’Italia il 13 luglio”, nelle quali si suggeriva di “ridurre il deficit strutturale dello 0,6 per cento di Pil nel 2019, mentre nella manovra il deficit strutturale vedrebbe un aumento di circa l’1 per cento del Pil il prossimo anno: questi numeri parlano da soli”. Per il vicepresidente della Commissione Ue Valdis Dombrovskis, “in una situazione di debito molto alto, l’Italia sta essenzialmente pianificando una spesa aggiuntiva significativa, invece della necessaria prudenza di bilancio. L’impatto di questa manovra sulla crescita sarà probabilmente negativo dal nostro punto di vista: non contiene misure significative per rafforzare il potenziale di crescita, anzi il contrario. Il vero rischio, ha concluso, è che il Paese proceda come un sonnambulo verso l’instabilità”.

Secondo il commissario agli Affari economici Pierre Moscovici, la porta della Commissione “resta aperta. Noi restiamo sempre disponibili al dialogo. Ma questa manovra comporta dei rischi per l’economia italiana, le sue imprese, i suoi risparmiatori e i suoi contribuenti. Non si tratta di un conflitto tra Moscovici e Salvini o tra Bruxelles e Roma. L’Italia è divisa dal resto dei Paesi dell’Eurozona che sostengono la posizione della Commissione”.

Per il vicepremier Matteo Salvini, “sanzionare un contribuente netto dell’Ue per una manovra economica di crescita mi sembrerebbe strano: ci lascino lavorare”. Secondo l’altro vicepremier, Luigi Di Maio, “l’Unione europea si convincerà che, per raggiungere l’obiettivo, abbiamo scelto l’unica strada che funziona”. Oggi Giuseppe Conte riferirà alla Camera. Sabato incontrerà Jean-Claude Juncker a Bruxelles. Il premier è certo di “poter convincere anche gli interlocutori europei che questa è la strada migliore per noi e anche per l’Europa”. Secondo il ministro dell’Economia Giovanni Tria, “la drammatizzazione del dissenso tra Italia e Commissione Ue danneggia l’economia italiana e di conseguenza l’economia europea: i conti sono sotto controllo”.

Frattanto, secondo le ricostruzioni di stampa, desta clamore l’atteggiamento del ministro per gli Affari Europei Paolo Savona. Il più fiero euroscettico del governo, sembra avere issato “bandiera bianca”. A margine dell’ultimo Consiglio dei ministri avrebbe detto che “non si può più andare avanti così, non ha senso. Non reggeremo a lungo. La manovra com’è non va più bene: è da riscrivere”. Dunque la strategia di Savona sembra fallita. Infatti, fonti vicine alla Commissione europea sostengono che il ministro “pensava di portare i partner Ue su posizioni più morbide nei confronti dell’Italia. Ma è andata diversamente. “Savona puntava su un effetto contagio, e relative paure, che finora non c’è stato”.

Aggiornato il 22 novembre 2018 alle ore 12:15