
L’Europa che l’Italia ha fondato, insieme agli altri Stati membri, non è quella attuale. Dal 1997 ad oggi l’Europa è stata tedeschizzata dalla Germania con al seguito la Francia che, capita l’antifona tedesca, ha preso il prendibile per sé. Oggi non si suggerisce e dice di comunicare di rivedere le regole dell’Europa tanto per dire o perché non si abbia altro da fare, ma perché, così come è, l’attuale Europa franco-tedesca è destinata a finire male per noi – e per altri – stabilendo la supremazia della Germania e della Francia su tutti gli altri Stati membri. Se non si rivedono le regole, o meglio il deragliamento che le regole originarie europee hanno subito per mano tedesca da un primo regolamento comunitario del 1997 ad oggi, l’Italia verrà prostrata politicamente ed economicamente, come è avvenuto con la Grecia. E l’Europa stessa non sarà più Europa ma l’impero franco-tedesco, in terra europea.
Non si esagera affermando oggi che è necessario ed indispensabile procedere alla rimodulazione e riassestamento dell’intera contrattazione europea, per potere continuare a fare esistere l’Europa unita e lo stesso ideale originario europeo. Mai le condizioni sono state migliori per il nostro Paese per comunicare ed ottenere tale ricontrattazione. Donald Trump e Vladimir Putin, ovvero i presidenti – americano e russo – di due delle maggiori potenze del globo, sono dalla parte dell’Italia e la appoggiano. Essi stessi “adoperano” l’Italia perché faccia da perno e stratega – in loro vece – del cambiamento di questa Europa. Non è importante chi, in Italia, si faccia interprete protagonista della necessaria revisione. È, comunque, indispensabile che il cambiamento sia proposto quale conditio sine qua non e portato al successo. Ne va dell’Italia e dell’Ue. La nuova Europa è l’unica possibilità che esiste per continuare ad essere tutti cittadini europei.
Aggiornato il 21 novembre 2018 alle ore 15:24