Salvini, per amor di patria dica basta

Ieri a Luigi Di Maio e oggi a lei caro Matteo Salvini, anche se noi che ipocriti non siamo lo ammettiamo subito e senza infingimenti: il centrodestra è ciò che preferiamo. Dunque Matteo, capiamoci al volo per favore.

Lei, stringendo il patto coi grillini, ha voluto sfidare tanta gente, a partire dal Partito Democratico e forse il Quirinale, che non amavano una Lega di governo, insomma tutti quelli che avrebbero preferito, vedere Grillo con Letta e Franceschini. Del resto è chiaro e ci sarà un motivo, per cui non si è provato a darle modo di formare un Esecutivo di centrodestra, così come oggi c’è il timore, che in caso di crisi, ci si provi ancora a metterli insieme, grillini e cattocomunisti.

Caro Salvini, non abbia paura, non ci riusciranno, non solo perché Renzi non li segue, ma perché verrebbe giù il diluvio universale, al solo accenno, sarebbe un terremoto, ecco perché è solo un pensiero per incuterle timore. È una tecnica classica di sinistra, con Silvio Berlusconi purtroppo ha funzionato, il cavaliere allora, malconsigliato, temendo Napolitano, abboccò a tutto e fu la fine, lo sappiamo. Se fossimo andati al voto nel 2011, puntando i piedi verso il Quirinale, non solo Monti il governo lo avrebbe visto in cartolina, ma gli italiani, non avrebbero patito le pene dell’inferno già stabilite, che sappiamo.

Insomma Salvini non abbocchi, ma al di là del ragionamento personale, questo esecutivo coi Grillini, sta facendo male, con loro è tutto distruttivo, si sfascia e basta, basterebbe guardare Roma per capire, seppure Torino non vada meglio. I grillini non sanno governare, fanno “casino” e basta, del resto Salvini sia sincero, lo vedrà pure lei quello che succede, i risultati sull’immigrazione, non possono compensare lo sbando totale su tutto il resto. La flat tax è morta, l’abolizione della Fornero pure, tanto è vero che la professoressa ringalluzzita, va girando a destra e manca in tutte le tv, sulla pace fiscale poi stendiamo un velo, caro Salvini, se ha capito ci spieghi bene come sarà e perché che cosa.

Non passa giorno che si renda necessario cambiare pezzi della manovra, arrivano veti motivati da tutto e tutti, delle promesse giurate sul rosario, caro Matteo, rimane poco o niente. Per non parlare della Tav, della Tap, delle infrastrutture e dei termovalorizzatori, il ponte da ricostruire che è ancora fermo, la prescrizione, il Decreto dignità, le manette a tutto spiano, fissazione dei grillini. Ma lei ministro vuole passare alla storia come quello che lo ha consentito? Che ha lasciato libere le scelleratezze che vediamo? Guardi che lo spread non è mica percezione, l’’occupazione che cala non è una sensazione. Salvini, la fuga dai bot è roba vera, i capitali che scappano non è una barzelletta, gli aumenti dei prestiti e dei mutui, non sono fantasia, insomma a Lei sta bene tutto quanto? Concorda coi grillini sul fisco militarizzato e sul giacobinismo? Ci pensi bene, perché oltretutto il consenso a scendere è più veloce che a salire, basta poco per cambiare idea, ma qui c’è tanto.

Per farla breve il Paese sta sbandando, non basta fare i muscoli con quel “pagliaccio “di Jean-Claude Juncker, che poi non conta niente, quelli che decidono sono altri e non li sopportiamo, ma sulla finanziaria assistenziale e brucia soldi, hanno ragione. Salvini, a maggio mancano mesi e a stare sulla graticola non va bene, è un azzardo assai rischioso, la gente mormora e lamenta, si inizia ad arrabbiare, ci pensi Matteo, ci pensi bene.

Aggiornato il 20 novembre 2018 alle ore 12:25