Pd: renziani spiazzati, il nodo del candidato

Dopo la Leopolda il popolo renziano è tornato a casa pieno di entusiasmo, ma anche con il nodo congresso del Pd irrisolto: il lancio dei Comitati civici da parte di Matteo Renzi, è sembrato a molti dirigenti vicini all’ex premier quasi una sua rinuncia alla battaglia congressuale, il che ha destato preoccupazione in molti di loro, che puntano al successivo appuntamento di Salsomaggiore il 9-11 novembre per trovare una posizione comune a tutta la corrente.

Nicola Zingaretti, forte dei 260 Comitati a suo sostegno già partiti (oggi Paola De Micheli ha battezzato quello di Bologna), ha lanciato un nuovo affondo: “O il Pd cambia ricollocandosi con coerenza in una posizione nuova e promuovendo un altro modello economico e sociale fondato su un’economia giusta e inclusiva, o perde il senso stesso della sua esistenza. Dobbiamo cambiare, tutto”.

Una affermazione forte sulla discontinuità che vuole mostrare sicurezza sul successo al congresso. Sul fronte renziano, il coordinatore nazionale dei Comitati di azione civica, Ivan Scalfarotto, ha lanciato il sito sul quale i militanti possono registrarsi dando vita a un Comitato locale: bastano cinque persone e l’impegno su una delle sette sfide lanciate alla Leopolda: Europa, crescita, scienza, giustizia, vero, democrazia, società aperta. Renzi ha detto esplicitamente di puntare a quanti non si sentono rappresentati dal Pd, il che ha raccolto l’applauso di Carlo Calenda: “Abbiamo bisogno di una iniziativa che superi persino i confini del Pd. È il momento di giocare largo non di chiudersi in un recinto per quanto bello e confortevole”.

E Sandro Gozi, ha detto che “i comitati civici possono essere un punto di partenza per una nuova formazione di liste civiche europeiste in vista delle elezioni europee”. Ma prima delle europee c’è il congresso e un candidato dell’area Renzi ancora non c’è. Marco Minniti è passato alla Leopolda, e scioglierà il nodo della propria candidatura ai primi di novembre.

Altri renziani spingono su Teresa Bellanova, a Firenze assai efficace come l’anno precedente. Altri sperano che il congresso alla fine non si faccia, alla luce della proliferazione di candidati (al momento Zingaretti, Matteo Richetti, Cesare Damiano, Francesco Boccia, il giovane Dario Corallo). Uno scenario che molti renziani credono irrealistico: “La Leopolda - commenta Gianluca Benamati - era una riflessione sull’Italia, ma auspico che ora l’area Renzi faccia anche una riflessione unitaria sul congresso”.

Altrimenti la corrente di Renzi si disperderà. Alcuni dirigenti renziani temono che il loro leader non sia preoccupato di questo scenario avendo comunque un proprio spazio politico e i Comitati civici; ma tale eventualità li lascerebbe appiedati. Di qui l’importanza del seminario di Salsomaggiore dal 9 all’11 novembre. Il sindaco di Milano Giuseppe Sala ha dato voce al sospetto di alcuni: “Penso che i comitati civici potrebbero essere un primo passo verso l’uscita di Renzi dal Pd. Matteo non ha ancora tirato fuori le sue carte, ma l’idea di uscire c’è”.

Aggiornato il 23 ottobre 2018 alle ore 16:19