Domenico Lucano via da Riace

Il sindaco è andato via stamattina. Domenico Lucano è stato chiuso in casa fino alle sei di oggi. Dopodiché, è partito. Così, il primo cittadino di Riace è diventato “l’ultimo”. Lo ha deciso il tribunale del Riesame che, dopo avere revocato gli arresti domiciliari, gli ha vietato la dimora nel comune calabrese. Quale sia la destinazione di Lucano non è dato sapere. È probabile che si fermi nella Locride, dove vivono alcuni parenti. A Riace l’amarezza regna sovrana. Ora si cercherà, con fatica, di proseguire l’attività di assistenza ai circa 150 migranti che si trovano ancora in paese. Lucano è sconvolto: “La mia paura – ha detto – è che tutto questo sia diventato un fatto politico, che adesso ci sia l’obbligo di stritolarmi”. E ha aggiunto: “Forse ho sbagliato a dire che avremmo, comunque, mantenuto in vita il sistema Riace senza finanziamenti pubblici, che avremmo fatto accoglienza spontanea. Cosa ho fatto di male per non stare nel mio paese dopo che ci ho messo l’anima?”.

Sulla vicenda del sindaco di Riace è intervenuto il ministro dell’Interno Matteo Salvini. “Evidentemente Lucano – ha detto ai microfoni di Radio2 – non è un eroe dei tempi moderni. Ma la gente in Calabria mi chiede più lavoro non più immigrati. Chi c’era prima di me al ministero dell’Interno, di ben altro colore politico, aveva già iniziato delle inchieste e sollevato dei dubbi e delle perplessità. Ci sono state, evidentemente, delle irregolarità, perché altrimenti noi non avremmo chiesto trentaquattro chiarimenti. Vogliamo solo che vengano rendicontate le spese effettuate, visto che si tratta di denaro pubblico. Se poi un giudice dice che non può mettere piede nel proprio paese, evidentemente Lucano non è un eroe dei tempi moderni. O è stato distratto o non so che altro”.

Su posizioni opposte, naturalmente, si trova Roberto Saviano. La partenza di Lucano è stata commentata dallo scrittore con un tweet “dantesco”: “Vien dietro a me, e lascia dir le genti: sta come torre ferma, che non crolla già mai la cima per soffiar di venti. Dante. #Forzamimmo”.

Anche il sindaco di Napoli Luigi de Magistris ha manifestato la propria solidarietà a Lucano: “Caro Mimmo – ha twittato – lo so che non lascerai la tua e nostra amata Calabria. Ma se vuoi ti ospitiamo con amore a Napoli. Il divieto di dimora nella tua Riace è peggio degli arresti domiciliari, ma non potranno mai arrestare la rivoluzione. Riace vivrà con Lucano sindaco”. Gli ha fatto eco un altro primo cittadino: Leoluca Orlando, sindaco di Palermo. “La revoca dei domiciliari – ha detto – restituisce la libertà a Mimmo Lucano, ma non ferma la battaglia legale e civile perché possa continuare e possa rafforzarsi l’esperienza di Riace e la cultura di accoglienza e convivenza diffusa che essa rappresenta. Ho già espresso a Mimmo Lucano – ha detto Orlando – come hanno fatto i sindaci di tante città fra cui Parigi, la mia solidarietà e la volontà di dare vita ad iniziative coerenti con il coinvolgimento di comuni di tutta Europa. Gli ho anche rivolto l’invito a venire a Palermo, già nei prossimi giorni e in occasione del Festival delle letterature migranti, per condividere la sua storia ed esperienza e costruire insieme un percorso che trova nelle comunità ed amministrazioni locali la sua forza”.

Anche l’attore Beppe Fiorello si è schierato con Lucano: “Il tempo – ha twittato – ti darà ragione. Hai regalato un sogno al mondo e lo faremo vedere, ti hanno isolato e fatto fuori come fossi il peggiore dei mafiosi (liberi ancora di agire). Sei scomodo perché tu hai il volto della Calabria giusta, nuova, libera e felice #iostoconriace”.

Aggiornato il 17 ottobre 2018 alle ore 12:18