Moscovici, le banche e la stangata

Nutrivamo qualche dubbio su chi fosse il vero burattinaio della politica, ma le ultime trovate bancarie hanno sgombrato ogni foschia. I veri attuatori delle scelte europee sono le banche, che obbediscono a Bruxelles (e ai vari leader tedeschi, francesi, belgi e lussemburghesi) fregandosene delle leggi nazionali, del governo italiano e del popolo.

Ma andiamo per gradi. Antefatto: il commissario europeo agli Affari economici Pierre Moscovici e il presidente Jean-Claude Juncker avevano ingaggiato una scaramuccia con il governo italiano. Reo a par loro di non obbedire ai dettami europei. “Gli italiani hanno fatto la scelta di un governo risolutamente euroscettico e xenofobo che, sulle questioni migratorie e di bilancio, tenta di disfarsi degli obblighi europei”, aveva detto Moscovici (commissario agli Affari economici e finanziari, amico dei banchieri che vorrebbero trascinare l’Italia dinnanzi a un tribunale fallimentare internazionale). Grave è che queste parole Moscovici le abbia dette a Parigi, intervenendo a un convegno organizzato dall’Ocse.

“Per questi politici Bruxelles e l’Europa - sostiene Moscovici - sarebbero la causa di tutti i nostri mali ed è il momento per il popolo, il vero popolo come potrebbero dire loro, di riprendersi il potere dalle mani dei tecnocrati. È un’idea che è già stata al cuore della campagna per la Brexit, con lo slogan ‘take back control’. Questa visione è oggi riciclata quotidianamente dagli euroscettici dell’Europa centrale, dell’Austria o dell’Italia. Orbán o Salvini, tutti pretendono di avere il monopolio della rappresentanza della ‘volontà popolare’. È una retorica fallace”.

Quindi Moscovici elogia le banche, vere prime della classe, organizzazioni in grado di contare i peli ai governi euroscettici. Per Moscovici il partito dei tecnocrati è l’élite d’Europa: sappiamo che questa élite vorrebbe affidare ai banchieri il ruolo che hanno oggi le Agenzie delle entrate e, soprattutto, lo studio delle manovre di bilancio nei singoli Paesi. Un concetto antico, il siniscalco di Carlo Magno teneva i conti del Sacro Romano Impero, e per lui la gestione dei vari regni aveva solo una rilevanza contabile. Finiti i Franchi le genti non vollero riconoscere più le tasse agli imperatori tedeschi che, di tanto in tanto, ci facevano razziare dai lanzichenecchi.

“Dopo la serie di dichiarazioni inopportune e irresponsabili dei giorni scorsi, che hanno contribuito ad innervosire i mercati, il signor Moscovici è tornato alla sua specialità: offendere gli italiani - tuonano Di Maio e Salvini - Ha definito il nostro Governo xenofobo ed euroscettico, insultando così il Parlamento e più del 60 per cento del popolo italiano che sostiene l’azione del nostro Esecutivo. Se oggi l’Europa non gode della fiducia dei cittadini europei è proprio a causa della pochezza politica di chi fino ad oggi ha rappresentato l’Ue e dei danni - dicono 5 Stelle e Lega - consapevolmente provocati all’Europa intera con le loro politiche fallimentari”.

Ma Dombrovskis, Juncker e Moscovici parlano a suocera perché nuora intenda. Sono le banche, e solo loro, ad acciuffare al volo il messaggio. Infatti i poteri forti europei sanno che gli italiani sono un popolo di risparmiatori: il risparmio privato italiano si aggirerebbe intorno ai 4mila miliardi di euro. Così, per colpire la manovra in deficit del governo italiano, da Bruxelles ordinano alle banche italiane di stangare i risparmiatori, di chiudere loro i rubinetti del credito e aumentare ogni costo d’operazione. In pratica di togliere bancariamente ai cittadini quanto il governo promette d’affrancare in tasse. Ecco che per ordine dei poteri forti bancari i costi di tenuta dei conti correnti (e delle varie operazioni bancarie a essi collegate) tornano a lievitare. Così la spesa di tenuta conto per una famiglia italiana tipo (operatività media intorno alle 230 operazioni bancarie all’anno) passa automaticamente da oggi dai 138 euro ai circa 141,6 euro. E per l’italiano medio, che aveva creduto di risparmiare col “conto on-line”, si passa dalle zero spese (dell’on-line) a 19 euro annui. Di fatto le banche tradizionali hanno portato i costi da 30 a oltre 90 euro: li hanno triplicati. E ci sono stati aumenti anche sulla gestione di assegni e bonifici. E la storia che per le famiglie con redditi medio-bassi c’è il conto corrente base gratuito? Le banche dovrebbero fornirlo obbligatoriamente per legge, ma la legge è italiana e loro rispettano solo i dettami dell’Ue: così i conti “zero spese” esistono solo sulla carta, inapplicati.

Tutto era già stato preorganizzato alla riunione parigina del G20 delle banche, durante la riunione Moscovici è stato perentorio: “Se non rispettano i dettami imposti da Bruxelles colpite i risparmiatori dei Paesi non allineati alle politiche dell’Ue… colpite i risparmiatori dei paesi euroscettici”. Le banche italiane stanno obbedendo, in ossequio ai signori dello spread.

Aggiornato il 05 ottobre 2018 alle ore 10:41