
Chiara Appendino attacca la candidatura alle Olimpiadi invernali del 2026 di Milano e Cortina. Ora è ufficiale. Torino ha perso la possibilità di partecipare ad una candidatura formato “tridente”. Il Coni ha deciso. A rappresentare l’Italia davanti al Comitato olimpico internazionale saranno il capoluogo lombardo e la località sciistica veneta. Dunque, l’Appendino è causa del suo mal. Eppure Torino, appena dodici anni fa, era stata proprio la capitale delle Olimpiadi invernali. In quel lontano 2006 il capoluogo piemontese aveva registrato un successo riconosciuto a livello internazionale. Il dato interessante emerge dalla percezione dell’opinione pubblica. Secondo un recente sondaggio, infatti, l’83 per cento dei torinesi si dice favorevole ad ospitare di nuovo le Olimpiadi.
Un autentico autogol della sindaca piemontese. Appena sette giorni fa, il ministro dei Trasporti, il pentastellato Danilo Toninelli, aveva lanciato la candidatura solitaria di Torino, definendola “la migliore possibile”. Ora la prima cittadina decide di passare all’attacco: “Continuiamo a sostenere – afferma – che si tratta di una candidatura insostenibile. È incomprensibile fare i Giochi dove non ci sono impianti. Chi prende questa decisione dovrà spiegarla al Paese. Il Cio chiedeva un modello basato sulla legacy, basata sul riutilizzo degli impianti. Chiederemo conto di questa scelta: ci venga detto e dimostrato come questa candidatura possa stare in piedi senza risorse economiche e con costi maggiori rispetto alla nostra. Torino con le sue valli c’è sempre stata. Al Paese qualcuno dovrà spiegare perché si porta avanti una candidatura che prevede di costruire ex novo, quando da un’altra parte si poteva fare senza costruire nulla, senza nessun impatto ambientale, minore impatto economico. Era l’unico modello sostenibile, dato che il Cio chiedeva di riutilizzare gli impianti. Io ho combattuto fino alla fine per delle Olimpiadi sostenibili, sono anche arrivata a mettere sul piatto le mie dimissioni. Torino è sempre disponibile a una sua candidatura. Chiedo al Coni di votare anche sul dossier di Torino”.
E pubblica su Facebook la veduta di una grigia Milano avvolta dallo smog accanto ad una Torino ritratta in una splendida giornata, con lo sfondo delle Alpi innevate. La didascalia è un atto d’accusa: “Questa sarà candidata alle Olimpidi (sic) invernali, questa no. Torino era la candidatura meno costosa, più sostenibile e naturale per l’Italia”.
Ma l’annuncio della sconfitta di Torino diventa un caso all’interno del governo gialloverde. Perché il Movimento cinque stelle è sul piede di guerra, la Lega, invece, esulta. Il governatore della Lombardia, il leghista Attilio Fontana – afferma – in apertura di Giunta, che “il Coni ha ufficializzato che la candidatura italiana per i giochi olimpici invernali 2026: sarà quella di Milano-Cortina”. Subito dopo, anche il presidente del Veneto Luca Zaia è contagiato dall’entusiasmo: “Questa mattina – sostiene – ho parlato con il presidente del Coni Malagò, il quale mi ha annunciato ufficialmente la sua firma sull’atto di candidatura Milano-Cortina alle Olimpiadi della neve 2026. Siamo ovviamente felicissimi di questa scelta. Ringrazio il governo, il Coni e tutti gli interlocutori che in questi mesi hanno lavorato per questa candidatura che onoreremo lavorando a testa bassa perché rimanga nella storia come un’Olimpiade memorabile. Avanti tutta!”. Zaia conclude annunciando un incontro operativo: “A tutti appuntamento a giovedì a mezzogiorno, con il sindaco di Milano Sala, il sindaco di Cortina Ghedina e il mio collega della Lombardia Fontana”.
Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 18:48