Ponte di Genova, decreto approda al Quirinale

Autostrade per l’Italia (Aspi) dovrà far fronte alle spese di ricostruzione dell’infrastruttura. Sta scritto nel decreto urgenze su Genova che finalmente, dopo 44 giorni dal crollo del ponte Morandi, è stato accordato dalla Ragioneria dello Stato ed è approdato sulla scrivania del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, per la firma.

Nei prossimi giorni sarà a disposizione del Parlamento che dovrà convertirlo in legge. Dei 47 articoli in cui si articola il decreto, il penultimo è forse quello che lo ha trasformato per tanti giorni in un oggetto misterioso: le coperture sono indicate in modo certosino, individuate in almeno una trentina di Fondi speciali e di leggi vigenti; in tutto sono circa 300 milioni di euro per i prossimi tre anni, che un Commissario straordinario che sarà in carica per 12 mesi, rinnovabili per due anni, dovrà gestire con poteri speciali.

Il provvedimento prevede che, in caso di omesso versamento da parte di Aspi, il commissario straordinario potrà individuare un soggetto pubblico o privato che anticipi le somme necessarie.

Il testo recita: per assicurare il celere avvio delle attività del Commissario, in caso di mancato o ritardato versamento da parte del Concessionario, a garanzia dell’immediata attivazione del meccanismo di anticipazione, è autorizzata la spesa di 30 milioni di euro annui per ciascuno degli anni dal 2018 al 2029.

Per dodici anni, insomma, lo Stato potrebbe dover mettere sul piatto 360 milioni di euro attingendo al Fondo il finanziamento degli investimenti e lo sviluppo infrastrutturale. Trovata dunque la quadra sulle coperture finanziarie, la bozza finale del decreto disciplina anche l’assegnazione dell’opera di ricostruzione, che sarà affidata dal commissario straordinario ad uno o più operatori, escludendo Autostrade per l’Italia.

Aggiornato il 28 settembre 2018 alle ore 12:12