Csm, il renziano Ermini è il nuovo vicepresidente

David Ermini è stato eletto nuovo vicepresidente del Csm. Il 58enne ex responsabile Giustizia del Pd, un renziano di ferro, assurge ai vertici del Consiglio superiore della magistratura. Ed è subito polemica. Il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede accusa “la maggioranza delle toghe di fare politica”. L’elezione è avvenuta al cospetto del presidente della Repubblica Sergio Mattarella, nella veste di presidente del Csm. Si sono rese necessarie tre votazioni. Ermini ha lasciato lo scranno in Parlamento, annunciando le dimissioni dal Pd.

“Sono emozionato – ha detto l’ex democratico – non ho preparato un discorso, mi richiamo a quanto ha detto Mattarella due giorni fa. Dovremmo essere rispettosi della legge e della costituzione perché nessuno è al di sopra della legge”.  Ermini ha superato, alla terza votazione, con 13 voti contro 11 il professore grillino Alberto Maria Benedetti. L’elezione del renziano doc fa registrare una clamorosa spaccatura tra le correnti. I centristi di Unicost e i conservatori di Magistratura indipendente, 10 voti complessivi, hanno votato per Ermini. Il quale ha ricevuto il consenso anche dai due capi della Cassazione, Giovanni Mammone di Mi e Riccardo Fuzio di Unicost. Le correnti di sinistra hanno scelto Benedetti, docente di diritto privato a Genova, primo nella piattaforma Rousseau, che ha ricevuto anche il sostegno dei due consiglieri leghisti Stefano Cavanna ed Emanuele Basile. I due consiglieri di Forza Italia, gli avvocati berlusconiani Alessi Lanzi e Michele Cerabona, hanno votato scheda bianca.

“In questi anni, da deputato – ha attaccato il Guardasigilli Bonafede – mi sono sempre battuto affinché, a prescindere dallo schieramento politico, il Parlamento individuasse membri laici non esposti politicamente. Una battaglia essenziale, a mio avviso, per salvaguardare l’autonomia della magistratura dalla politica. Evidentemente sta più a cuore al ministro della Giustizia che alla maggioranza dei magistrati. Prendo atto che all’interno del Csm, c’è una parte maggioritaria di magistrati che ha deciso di fare politica”.

Critiche anche dal vice premier Luigi Di Maio: “È incredibile! – sostiene – Avete letto? Questo renzianissimo deputato fiorentino del Pd è appena stato eletto presidente del Csm. Lo hanno votato magistrati di ruolo e membri espressi dal Parlamento. Ma dov’è l’indipendenza? E avevano pure il coraggio di accusare noi per Foa che non ha mai militato in nessun partito”. Secondo il segretario Pd, Maurizio Martina, “ci sono dichiarazioni gravissime da parte di autorevoli rappresentanti di governo sul Csm. Addirittura il ministro della Giustizia. Dimostrano in questo modo di non avere alcun senso dello stato. Il governo rispetti la costituzione e l’organismo di autogoverno della magistratura”.

Aggiornato il 27 settembre 2018 alle ore 16:47