
Ve la ricordate la filastrocca dei bambini per fare la conta ed eliminare uno alla volta gli amichetti di turno?
Bene, così è diventata la legge di stabilità, ogni giorno dopo la conta esce qualcosa, ogni giorno cambia qualche numero, ogni giorno sembra che il ministro Giovanni Tria rischi di tornare a casa; una filastrocca insomma.
Mai a memoria si ricorda un simile teatrino, e non tanto per far quadrare i conti, ma per risolvere le dispute fra Luigi Di Maio e Matteo Salvini sul come e cosa fare prima. Fra i due, infatti, c’è un problema elettorale di coerenza rispetto agli impegni presi con la base durante la campagna per la corsa al voto del 4 marzo scorso.
Ecco perché Di Maio è assatanato, straparla e ogni giorno minaccia la qualunque, la sua è una base comunista, senza assistenzialismo e senza paga Pantalone non dà scampo a nessuno. Perché sia chiaro, anche per il ministro Tria il vero problema è il reddito di cittadinanza, che a nulla serve se non a dissipare risorse e spingere alla nullafacenza, perciò si discute tutti i giorni. Per questo Salvini deve pensarci bene, l’approvazione del reddito toglie denaro al resto del programma e Matteo corre il rischio di restare col cerino in mano.
Del resto basterebbe riascoltare le promesse del leader della Lega per capire che ottenere un po’ di fuffa sulla “Fornero” e un contentino sulle tasse sarebbe una sconfitta seppure ben servita. Ecco perché diciamo che Salvini ha fatto male a scegliere i grillini per governare, i Cinque Stelle sono veterocomunisti, pauperisti, forcaioli, statalisti e a starci vicino s’impara a zoppicare. Oltretutto se Di Maio ottenesse il “reddito” a scapito del resto delle cose, per Salvini sarebbe una scivolata elettorale. Insomma, delle due l’una, o Matteo punta i piedi su qualcosa oppure il vincente sarà Giggino.
Qui non è tanto una questione di vittoria, ma di scelte utili, e il reddito di cittadinanza costa un botto, non serve allo sviluppo del Paese, ma serve solo ai grillini comunisti, abituati allo Stato assistenziale.
Per questo caro Salvini, an ghin gò, si liberi di Giggino di Roberto Fico e Alessandro Di Battista, lo faccia presto perché, tra l’altro, i grillini non portano buono, basti pensare a Roma, Livorno e Torino, quando arrivano succede il finimondo. Ci pensi bene Matteo, uomo avvisato mezzo salvato!
Aggiornato il 27 settembre 2018 alle ore 10:56