Di Maio: “Deficit? Sarà sforato il 2%”

Senza il reddito di cittadinanza, il Movimento 5 Stelle non voterà il Def. Sono queste le parole dure con cui Luigi Di Maio commenta la legge di Bilancio. “Da metà marzo 2019 saranno avviati i centri per l’impiego con il reddito di cittadinanza erogato”.

Il ministro annuncia anche la proposta per incominciare ad eliminare le leggi inutili per le imprese. “Siamo arrivati ad una proposta che elimina 140 leggi”. Di Maio ha poi spiegato che ci sarà un codice unico con norme uniche. Il reddito di cittadinanza, ha aggiunto, “permetterà, insieme alla pensione di cittadinanza, di eliminare definitivamente la povertà”.

Per quanto riguarda il potenziamento dei centri dell’impiego il governo punta a raddoppiare il numero degli impiegati fino a un tetto di 15mila unità. Nella manovra dunque ci dovranno essere, secondo il ministro, oltre al reddito di cittadinanza anche le pensioni minime a 780 euro al mese, il superamento della Fornero, aiuti alle imprese con la flat tax.

Quanto alla pace fiscale, il vicepremier ha detto che non sarà un condono: “Noi non lo voteremmo”. E non ci sarà la soglia di un milione, ma si tratterà di un accordo tra l’Agenzia delle entrate e le persone bisognose che hanno avuto difficoltà con il fisco: “È una riforma fiscale che prevede questo tipo di accordi, ma dopo si stabilisce che chi evade le tasse va in carcere”.

Sul fronte caldo della manovra il vicepremier ha insistito sulla necessità di mantenere le promesse elettorali, anche facendo “deficit positivo”, cioè con misure che produrranno crescita negli anni a venire.

“Non possiamo solo tenere d’occhio i numeri, prima vogliamo soddisfare le esigenze dei cittadini”. Di Maio ha affermato che il rapporto deficit-Pil sarà sforato oltre l’1,6% ritenuto il limite invalicabile dal ministero del Tesoro. Anzi, ha aggiunto, “il tetto del 2% per me non è un tabù”.

Aggiornato il 26 settembre 2018 alle ore 12:05