Si è chiusa sabato la prima assemblea pre-congressuale di “Più Europa”, il soggetto elettorale nato dalla collaborazione tra Radicali, Forza Europa e Centro Democratico, alleato al Partito Democratico alle scorse elezioni politiche e oggi forza di opposizione al Governo Lega-M5S.
Alla manifestazione romana hanno partecipato principalmente esponenti politici e amministratori locali. Pochi gli esponenti della società civile. Una scelta “tutta politica” probabilmente dettata dalla necessità di ribadire l’identità di Più Europa come partito, e non come movimento o soggetto “temporaneo”.
Più Europa punta a crescere e diventare forza d’opposizione principale al governo M5S-Lega, perché, come ha ribadito l’ex onorevole, e ora membro della direzione e coordinatore Benedetto Della Vedova, “non esiste una vera opposizione a questo governo. Neanche quella che fa il Pd”. Ed è la collaborazione con il Pd un altro nodo da sciogliere: perché sebbene alle elezioni politiche i due soggetti fossero alleati, non è chiaro se questa strategia verrà confermata anche per le prossime elezioni locali, e per le suppletive alla Camera del collegio di Cagliari, per esempio. Un’ipotesi che proietterebbe Più Europa come soggetto autonomo rispetto al Partito Democratico, in una fase in cui quest’ultimo appare ancora dilaniato dalle divisioni interne e dalla possibilità, non ultima, di rivederne l’intera struttura.
Nel frattempo un altro piccolo grande cambiamento: la sigla di Più Europa “perde” il nome di Emma Bonino, che diventa una “semplice iscritta”, e apre a nuovi scenari sulla possibile leadership. Già avviati i processi per organizzare il congresso, che con tutta probabilità si svolgerà a gennaio 2019. I temi principali: le candidature alle Europee, e la leadership politica. Un congresso che - dicono gli esponenti di Più Europa - sarà “scalabile” e aperto a tutti. Una prova di democrazia difficile da superare, per questo motivo spesso evitata dai partiti tradizionali. Ma forse è anche su questo che Più Europa proverà a distinguersi: non solo sui contenuti, ma anche sui processi interni, puntando probabilmente ad aggregare anche altre forze politiche fortemente atomizzate, in vista delle prossime elezioni europee.
Tra i possibili target, potrebbero esserci i nuovi europeisti progressisti di Volt, i militanti di Energie per l’Italia, rimasti orfani dalle elezioni politiche, e i liberali di Pd e Forza Italia in cerca di casa politica, in attesa che possa realizzarsi quella “piattaforma aperta a tutti gli europeisti” di cui ha parlato il coordinatore Benedetto Della Vedova.
Aggiornato il 19 settembre 2018 alle ore 13:48