
Un disegno di legge presentato dal senatore della Lega Simone Pillon propone di rivoluzionare le regole sull’affidamento dei figli in caso di divorzio dei genitori. Stabilisce, in primis, il criterio di affido condiviso in modo equo, sia in termini di tempo che di denaro. L’obiettivo è tutelare l’interesse del minore: per farlo è necessario ottenere una “bi-genitorialità perfetta”, che consenta l’eliminazione dell’assegno di mantenimento. Per favorire questo obiettivo, viene introdotto l’obbligo di mediazione qualora i genitori del minore non riescano a trovare un accordo prima di discuterne in tribunale.
L’articolo 1 del Ddl, infatti, prevede l’istituzione dell’albo professionale dei mediatori familiari: figure professionali obbligatorie con il compito di valutare i rispettivi piani genitoriali e assumere, con ordinanza, i provvedimenti che reputano opportuni nell’interesse della prole e dei coniugi secondo quanto previsto dal Codice civile. Il Ddl prevede anche che, nel caso di separazione consensuale, i genitori di figli minori debbano indicare nel ricorso il piano genitoriale concordato (articolo 10), specificando la gestione dei figli, con la misura e la modalità con cui ciascuno dei genitori provvede al mantenimento diretto dei figli sia, per le spese ordinarie che per quelle straordinarie, attribuendo a ciascuno specifici capitoli di spesa in misura proporzionale al proprio reddito e ai tempi di permanenza.
Compresi i pernottamenti, salvo comprovato e motivato pericolo di pregiudizio per la salute psico-fisica del figlio in casi tassativamente individuati. Il che giustifica il mantenimento diretto degli stessi. L’articolo 11 stabilisce le condizioni necessarie per una bi-genitorialità paritaria. “Indipendentemente dai rapporti intercorrenti tra i due genitori, il figlio minore, nel proprio esclusivo interesse morale e materiale, ha il diritto di mantenere un rapporto equilibrato e continuativo con il padre e con la madre, di ricevere cura, educazione, istruzione e assistenza morale da entrambe le figure genitoriali, con paritetica assunzione di responsabilità e di impegni e con pari opportunità. Ha anche il diritto di trascorrere con ciascuno dei genitori tempi paritetici o equipollenti, salvi i casi di impossibilità materiale. Qualora uno dei genitori ne faccia richiesta e non sussistano oggettivi elementi ostativi, il giudice assicura con idoneo provvedimento, il diritto del minore di trascorrere tempi paritetici in ragione della metà del proprio tempo, compresi i pernottamenti, con ciascuno dei genitori. Salvo diverso accordo tra le parti, deve in ogni caso essere garantita alla prole la permanenza di non meno di dodici giorni al mese, compresi i pernottamenti, presso il padre e presso la madre”.
Lo stesso articolo stabilisce, inoltre, “la misura e la modalità con cui ciascuno dei genitori provvede al mantenimento diretto dei figli, sia per le spese ordinarie che per quelle straordinarie, attribuendo a ciascuno specifici capitoli di spesa”, tenendo conto del costo medio della vita calcolato dell’Istat. Negli articoli 17 e 18 si prescrive al giudice di intervenire in caso grave di alienazione genitoriale, ordinando al genitore che abbia tenuto la condotta pregiudizievole per il minore, la cessazione della stessa condotta e disponendo, con provvedimento d’urgenza, la limitazione o sospensione della sua responsabilità genitoriale o l’inversione della residenza abituale del figlio minore presso l’altro genitore. Il Ddl Pillon ha il merito di aprire un dibattito molto importante: il ruolo centrale che entrambi i genitori hanno per i figli. Il grande rischio però è che siano proprio i figli a farne, ancora una volta, le spese.
Aggiornato il 01 ottobre 2018 alle ore 11:42