
Il procuratore di Agrigento ha preso atto della dichiarazione di Luigi Di Maio che si devono “lasciare stare”, cioè lasciare che ne facciano di ogni genere e gravità i pm. E ha aggiunto, sempre mettendosi sotto i piedi la competenza per territorio, una ulteriore, fantastica accusa a Matteo Salvini, ma, a ben vedere allo Stato italiano: quella di dover costringere l’Unione europea e i suoi organi a subire il ricatto del divieto di sbarco dei migranti.
È una sfida alla ragione prima ancora che ai principi basilari della Costituzione della Repubblica e dello stesso codice penale e di procedura penale. Francamente stento a credere che un magistrato come Luigi Patronaggio che prima d’ora si era sempre mostrato prudente e alieno da forme di teatralità giudiziaria sia giunto a questo punto ed abbia intrapreso e stia portando avanti una escalation di prevaricazioni e dispregio di ogni regola. È impossibile per tutti i cittadini e se ancora ci sono per tutte le forze politiche di destra o di sinistra, di maggioranza o di opposizione lasciar perdere certe enormità. Ne va di mezzo la credibilità stessa dello Stato e quel tanto che resta di speranza in una giustizia appena degna di questo nome.
Aggiornato il 01 settembre 2018 alle ore 19:32