Le liti delle comari

Non c’è capitolo del programma di Governo che vada liscio e francamente viene da chiedersi a cosa sia servito il tanto strombazzato “contratto”. In fondo un contratto serve proprio ad evitare le liti: si discute su tutto e di tutto, poi si firma e si parte senza intoppi.

Da quel che si vede, invece, il Governo pentaleghista non solo non ha iniziato niente o quasi, ma litiga in continuazione così come fanno le comari. Degli impegni elettorali nemmeno l’ombra. Ammesso che sia qualcosa arriverà con la legge di bilancio; qualcosina però, insomma briciole rispetto alle promesse.

Del resto non si ascolta altro che notizie di provvedimenti a pezzettini, un po’ oggi, un po’ domani e un po’ chissà quando e chissà come. Si tratta ovviamente dell’esatto contrario di ciò che abbiamo sentito tutti in campagna elettorale, ma soprattutto si tratta del contrario di ciò che servirebbe. Pensate solo alla “Fornero”, a chi sarebbe utile una modifica a tappe fatta in 3 oppure 4 anni? Chi oggi sta nei guai per via della follia di quella legge in pensione ci andrebbe comunque, dunque?

Ecco perché diciamo che sembrano comari in lite, perché in fondo a fare le cose a spizzichi e bocconi, mollichella dopo mollichella, sarebbero capaci tutti e lo sappiamo. Cari Giggino e Matteo, voi nella corsa al voto avete chiesto il consenso promettendo solennemente ai cittadini “fuoco e fiamme” e non un prospero da sigaro. Insomma non ci siamo, altro che cambiamento! Quale sarebbe il cambiamento fino ad ora? Quali sarebbero le certezze offerte ai cittadini rispetto ai giuramenti elettorali? Quali saranno i provvedimenti del Governo, visto che quotidianamente vi smentite l’uno con l’altro? La verità, signori miei, è che siamo ancora alla Canzona di Bacco: “quant’è bella giovinezza… di doman non c’è certezza”.

Datevi da fare e datevi una regolata, prima è e meglio è. Buon lavoro.

 

Aggiornato il 06 agosto 2018 alle ore 12:30