
Scrivo questo articolo stimolato dalla bella “Lettera aperta ai Socialisti erranti nel panorama politico”, apparsa il 31 Luglio scorso su l’Opinione e firmata da Roberto Giuliano. Concordo pienamente con le parole espresse dall’amico e autore della missiva, quindi non mi soffermerò su quanto già scritto da lui in modo chiaro e coinvolgente. Rimando, casomai, il lettore a rileggerla attentamente. Vorrei apporre soltanto una piccola e breve aggiunta: oltre al generoso tentativo di Gianni De Michelis, a cui Roberto Giuliano fa riferimento nel suo testo, ricorderei anche l’esperienza laica-liberale-socialista-radicale della Rosa nel Pugno, nel 2006. Un progetto politico che non si è mai trasformato in soggetto politico, ma che è rimasto un soggetto elettorale. Eppure, è il mio vanto, venne promosso e costruito a partire da una mia intuizione e dal mio pamphlet del 2004 intitolato “La Rosa è nel Pugno”.
Ci tengo a precisare, per chi non lo ricordasse, che quell’idea è un seme da cui si potrebbe ripartire e che, all’epoca, la Lista della rosa nel pugno non faceva parte dell’Unione, costituita dai partiti e dai partitini che sostennero Romano Prodi in quella tornata elettorale, e non firmò il programma elettorale di Prodi e dell’Unione, ma si alleò – come soggetto autonomo – con la coalizione di centrosinistra. Appunto nel 2006. Questo per dovere di cronaca.
Quello che interessa davvero, però, credo siano il presente e il futuro. Per questo motivo, in dialogo con la “Lettera aperta ai Socialisti”, vorrei aggiungere che la rivoluzione corsara, di cui vado scrivendo e parlando ormai dal 2013, si muove proprio nella direzione proposta da Roberto Giuliano e parte dalla cultura, dall’arte, dalla bellezza per restituire all’Italia la propria vocazione ad essere riconosciuta e definita in tutto il mondo come il Belpaese. Allo stesso tempo, però, è necessario compiere un coraggioso salto di qualità e di sistema, tale da condurre la nostra vita politica a un vero e proprio cambio di paradigma per gli Stati Uniti d’Europa. Per un’Europa federale e politica che ancora non c’è. La politica è cultura, la cultura è politica. Ma come fare?
Semplice: nel mare delle incertezze, che la navigazione porta con sé, i Corsari si propongono di favorire ogni cittadino nel proprio percorso di realizzazione permettendo a tutti l’accesso a una maggiore coscienza e conoscenza di sé e del mondo, così che ciascuno possa trovare ed esprimere al meglio il proprio talento affrontando, in modo più autonomo e consapevole, la complessità della nostra epoca. È la premessa per il diritto umano alla conoscenza e alle verità. I Corsari vedono nell’arte della politica il principale strumento per superare, insieme agli altri, le paure dei nostri tempi e permettere a ciascuno di acquisire - seppur nelle incertezze della vita - maggiore sicurezza e fiducia in sé e negli altri attraverso la libertà e la responsabilità, i diritti e i doveri, la solidarietà.
Si cambia il paradigma politico se riusciamo a compiere, con l’ausilio del pensiero e del metodo liberale, tutti quanti i passaggi necessari affinché questo senso di sicurezza e di reciprocità venga col tempo assicurato da uno Stato e da un’Europa, responsabilizzati rispetto ai loro compiti, affinché operino per offrire alle persone tutti gli strumenti utili per sconfiggere le proprie paure: disoccupazione, mancanza di prospettive per il futuro, inquinamento, terremoti, dissesto idrogeologico, migrazioni disperate, terrorismo, guerre, malattie.
La libertà è innanzitutto il percorso che abbiamo deciso di compiere a bordo del Veliero corsaro, è assunzione di responsabilità, è scelta consapevole, è conoscenza, è ricerca delle verità, è riconoscimento dei meriti altrui, è agire senza danno per gli altri, è comprensione e rispetto della libertà altrui, è l’ampio spazio del nostro libero agire limitato dal confine determinato dalla libertà dell’altro, è il presupposto che si basa davvero sul fatto che siamo tutti uguali di fronte alla Legge e davanti al Mistero. Insomma, la vera libertà è la libertà dell’altro, prima ancora della nostra. Ecco il punto: l’altro, gli altri, l’alterità. Questo è il cuore della rivoluzione politica che proponiamo.
La scuola, l’università la ricerca, la formazione sono i punti strategici individuati dai Corsari per avviare la rivoluzione armonica e permettere il salto di qualità verso un nuovo paradigma politico, sferico, spaziale, tridimensionale e diverso, altro, costruttivo e non distruttivo, PER e non contro. La scuola vista come terreno fertile attraverso cui, in prospettiva, sconfiggere le ingiustizie sociali, riconoscere le diverse qualità di ciascun allievo, comprendere l’altro e l’unicità di ogni studente, ri-orientare chi ha bisogno di essere meglio seguito e indirizzato. Le basi che si pongono a scuola servono anche ad abbattere i privilegi e le disuguaglianze, ricomporre il tessuto civile e civico, restituire fiducia nel prossimo, accrescere la coscienza democratica, formare le varie e diverse intelligenze all’autonomia di pensiero e alla libertà, cioè al rispetto degli altri e delle regole, alla responsabilità e alla solidarietà, al dubbio e alla curiosità. La scuola dovrebbe scovare e far emergere i talenti di ciascun ragazzo, restituire autorevolezza ai docenti, favorire la creatività dei singoli e le relazioni umane, rivoluzionare il metodo di apprendimento, ricucire l’unità tra il mondo scientifico e il mondo umanistico come espressioni della stessa universalità che interagisce e si completa all’interno di una dinamica virtuosa, capace di armonizzare tra loro l’inserimento, l’integrazione e l’inclusione.
La sfida da vincere oggi è la sfida culturale, cioè politica. Quella elettorale arriverà di conseguenza quando sarà il momento.
Aggiornato il 03 agosto 2018 alle ore 13:29