
Continuano le polemiche sulla nave italiana “Asso 28” che ha salvato un centinaio di migranti riportandoli in Libia. L’episodio potrebbe costituire una violazione del diritto internazionale, ma il Governo sottolinea che la Guardia costiera italiana non è stata coinvolta, né sarebbe stata violata la Convenzione di Amburgo del 1979. Il parlamentare di Liberi e Uguali Nicola Fratoianni, però, mette in dubbio la versione dell’Esecutivo. E tuona contro il Governo. Se si trattasse di respingimento, come denuncia Fratoianni, si incorrerebbe in una condanna dalla Corte europea dei diritti umani, che sanzionò un episodio in cui una nave italiana, su indicazione delle autorità di Roma, riportò le persone in Libia, all’epoca di Roberto Maroni al Viminale.
Fratoianni si chiede chi ha dato l’ordine alla nave. Ma la società Augusta Offshore di Napoli, armatrice dell’Asso 28, risponde che il battello ha ricevuto istruzioni direttamente dal dipartimento per la Marina libica di Sabratah, il quale ha chiesto di procedere in direzione di un gommone avvistato a circa 1,5 miglia sud est dalla piattaforma, dopo aver imbarcato rappresentanti delle autorità libiche sulla piattaforma stessa. L’azienda conferma anche che “le attività di soccorso si sono svolte sotto il coordinamento della Guardia costiera libica”. Dopo il completamento delle operazioni di recupero, una motovedetta della Guardia costiera libica si sarebbe affiancata alla “Asso 28”, scortandola fino al porto di Tripoli. Augusta Offshore assicura che “non si sono verificati incidenti o proteste da parte dei migranti salvati, anche quando sono stati trasbordati sul battello della Guardia Costiera libica all’interno del porto di Tripoli”.
Aggiornato il 01 agosto 2018 alle ore 11:59