
Troppo facile scaricare il problema dell’immigrazione sul “razzismo” della gente e della Lega. È la solita, vergognosa ipocrisia dei cattocomunisti, che sanno bene quanto sia grande la loro responsabilità sul tema e sulle sue conseguenze. Da bravi ipocriti, infatti, su questa drammatica emergenza planetaria per anni hanno predicato e praticato sia un’accoglienza impossibile a sostenersi, sia un buonismo grottesco e fasullo. Oltretutto da bravi cattocomunisti come sempre nella storia, prima creano il problema, poi se ne buggerano e cercano di scaricarlo sulla collettività. Basterebbe pensare al Vaticano, che da una parte con sfinimento ha sostenuto l’immigrazione e dall’altra se ne è lavato le mani, lasciando all’Italia la gestione del guaio. Eppure basterebbe pensare all’immensità del patrimonio di cui la Chiesa dispone fra conventi, case generalizie, monasteri, abbazie e residenze religiose sparpagliate in tutt’Italia; potrebbero ospitare e integrare mezz’Africa se volessero. Ovviamente non lo fanno, anzi, non pochi rubizzi e panciuti prelati, da quel che si legge spesso sulle cronache, a ben più spregevoli attività si dedicano.
Insomma siamo al festival dell’ipocrisia cattocomunista, tanto è vero che negli ultimi 6 o 7 anni centrosinistra e Chiesa sull’immigrazione hanno combinato un guaio senza limiti. Ecco perché la gente dal nord al sud del Paese è esasperata e purtroppo dentro l’esasperazione qualche mente malata che delinque ci sta sempre. L’Italia non è razzista, né ovviamente fascista, è semplicemente furibonda, allarmata e preoccupata della situazione, con chi l’ha obbligata al troppo, all’insostenibile, all’insopportabile, punto. Per questo centrosinistra e chierici, piuttosto che accusare Matteo Salvini andassero in confessionale, che di peccati da ripulire sulla coscienza ne hanno assai.
Aggiornato il 30 luglio 2018 alle ore 11:43