
Riceviamo e pubblichiamo la seguente lettera che Salvatore Grillo ha inviato a tutti gli ex parlamentari.
Onorevoli colleghi,
leggere il pensiero del giovane Davide Casaleggio sulla possibile abolizione del Parlamento rende ancora più chiara la natura dell’attacco vigliacco subito in questi anni dai cittadini italiani che hanno avuto l’onore e l’onere di essere eletti quali rappresentati del popolo italiano. Questa dichiarazione del “guru” dei pentastellati conferisce il giusto significato alla votazione dell’organo direttivo della Camera dei deputati, presieduto da un sodale di Casaleggio: non un’azione di lotta ai privilegi ma un gesto contro la democrazia rappresentativa all’interno della visione di una diversa organizzazione dello Stato. Per dovere di precisione debbo ricordare sull’argomento anche una dichiarazione di Silvio Berlusconi il quale, nel momento del suo massimo successo, teorizzò che alla Camera e al Senato bastava andassero poche persone, uno per ogni partito, con un voto plurimo in rappresentanza della percentuale che gli elettori avevano dato ad ogni forza politica.
Queste due posizioni convergono in un unico quadro dove bivaccano le più forti ed influenti corporazioni di interessi che spingono verso un assetto istituzionale nel quale si possano rapidamente approvate norme “amiche”, liberandole dai pericoli di approfondimenti parlamentari e di eccessiva attenzione mediatica. Questa strategia scellerata ha individuato il ventre molle dell’assetto democratico tradizionale: i vitalizi. Da qui la decisione di presentarli alla pubblica opinione come la panacea dei mali della società mentre il silenzio si fa assordante sulle grandi plusvalenze che le lobby riescono a realizzare in Italia, graziate dal controllo parlamentare.
Ricordo a me stesso come le televisioni del Cavaliere siano state la fucina per quella deriva populista che ha incoronato i 5 Stelle primo partito ed ha consentito alla Lega di battere Forza Italia, una sindrome di Stoccolma vera e propria in Mediaset; recentemente qualcuno deve averlo finalmente spiegato a Silvio Berlusconi o ai suoi figli, ci sono voluti anni, ma alla fine hanno capito perché improvvisamente si sono liberati degli urlatori di prima linea, anche quelli con la voce bianca come Giordano, immediatamente preso in carico, giustamente, dalla Lega. Ma se Mediaset si è convertita, ormai il danno era fatto.
Del resto Mediaset è stata coerente con quanto fatto nel momento della crisi della cosi detta prima repubblica. Pochi dimenticano come l’attacco alla classe politica fu sostenuto con ore ed ore di trasmissioni delle tivù del Cavaliere che manteneva presidi presso il Tribunale di Milano, creando nei magistrati il clima di emulazione per raggiungere popolarità e nelle altre tv e nei quotidiani la necessità di essere presenti nello spettacolo della ghigliottina, spettacolo al quale pochi volevano rinunciare a costo di pagare un biglietto di prima fila, e questo non era indifferente per le televisioni commerciali che lucravano sui dati di ascolto.
La storia è piena di esempi: masse di cittadini accorrono sempre per le impiccagioni e per le lapidazioni, soprattutto se le vittime sono soggetti che la sorte o la loro abilità aveva posto avanti a loro. Poi, magari, dedicano ai caduti piazze o strade, erigono monumenti a futura memoria.
Comprendere come la sottrazione del vitalizio rientri in un attacco alla democrazia rappresentativa mi rende fiero di essere stato colpito. Ovviamente ogni corpo sociale o rappresentativo non contiene mai solo arcangeli, ma questo fa parte delle regole generali della vita umana e dei suoi processi organizzativi e rappresentativi, comune ad ogni aggregazione sociale: saranno tutti onesti e trasparenti i medici, gli avvocati, i giudici, i preti?
Debbo e voglio ricordare con orgoglio i tanti anni trascorsi accanto a migliaia di cittadini raccogliendo i loro problemi, le tante giornate dedicate a dibattiti, allo studio dei sistemi migliori per portare a casa il risultato atteso da agricoltori, giovani, imprese, disoccupati, la felicità per la norma presentata che veniva approvata, la rabbia quando accadeva l’opposto, insomma la vita dedicata a quella voglia sentita da ragazzo di cambiare la società che mi circondava e la scelta di farlo all’interno delle regole del confronto democratico, respingendo le scorciatoie violente e criminali.
La rappresentanza parlamentare è nata contro i tiranni che un tempo erano facilmente identificabili perché comandavano e si imponevano con la forza delle armi; per avere la possibilità di ottenere un Parlamento per secoli sono tanti quelli che hanno lottato e sono morti perché questo strumento di difesa delle ragioni dei cittadini in Europa è costato immani tragedie. I popoli che non hanno avuto questo travaglio, penso ai paesi arabi, oggi rappresentano una pericolosa diversità che destabilizza le libertà individuali e crea un clima di guerra.
In Italia oggi il Parlamento nella sua funzione viene demonizzato, deriso, vilipeso, aggredito. Nuovi tiranni all’orizzonte, tiranni per i quali meno Parlamenti ci saranno e meglio sarà perché non bisogna rischiare che tra gli eletti si nasconda il “fanatico” che va in giro a gridare che il re è nudo.
Cari colleghi, la convinzione di essere nel mirino di una sofisticata guerra alla democrazia, di rappresentare una tappa, la più facile, che porta a brindare in piazza del Parlamento alla abolizione dei vitalizi, mi angoscia, ma non solamente per l’offesa personale ed il danno che in alcuni casi è grave, ma perché sono convinto che si tratti di un primo importante passo verso la cancellazione della certezza nel diritto.
Inoltre questo successo grillino, al quale hanno partecipato nel voto contro i vitalizi con gioia i rappresentanti del Pd, partito che ha svolto il ruolo di becchino senza paga della democrazia italiana, svolge un ruolo importante: blocca le passioni politiche di chi viene dalle famiglie più deboli, li disincentiva a scegliere la politica come scelta di vita, lasciando la via aperta per questo ruolo a comparse transitorie, uomini e donne “prestati” alla politica, insomma dilettanti con i quali sarà facile imporre i copioni perché non avranno dietro i dolori, le passioni, le speranze degli italiani per i quali la democrazia in un vicino futuro sarà rappresentata, come negli agghiaccianti film di fantascienza, nella possibilità di dire no o si, schiacciando un tasto, senza mai sapere se la loro scelta sia stata conteggiata perché parlare con un “operatore” sarà ancora più drammatico di quanto ci accade oggi per segnalare un disservizio per una utenza.
Contro questa scelta di colpire la democrazia rappresentativa abbiamo il dovere di ritrovare l’antica forza per batterci, cercare giustizia nei tribunali dove comunque ancora la giustizia dovrebbe esistere, ma anche testimoniando le nostre ragioni, cercando nella società quelle solidarietà che non possono mancare se sapremo riscoprire le ragioni e le passioni per le quali abbiamo lasciato la vita normale, i fine settimana in famiglia, le gite e le ferie per dedicarci al più nobile degli impegni: la politica, la lotta per rendere la vita dei cittadini migliore e la società più giusta. Buon lavoro a noi tutti ed all’Associazione, come sempre per una Italia migliore, senza rossori, con orgoglio. Un saluto cordiale
Salvatore Grillo
Aggiornato il 27 luglio 2018 alle ore 10:18