Gli incubi di una notte di mezza estate

Di male in peggio. Come se non bastassero le innumerevoli castronerie già sbandierate, adesso i grillini si inventano il Parlamento virtuale.

Davide Casaleggio, fra il serio e il faceto, farnetica intorno a un futuro senza luoghi istituzionali, senza le “camere”; insomma senza nulla tranne che i personal computer. Superfluo ogni commento se non quello di una sensazione di orticaria a ogni uscita di questi pensatori, che in preda a deliri di onnipotenza si sentono Nostradamus.

Del resto se così non fosse, non potremmo spiegarci “Rousseau”, il primato della Rete e una sorta di Darwinismo al contrario del pensiero a Cinque Stelle. Andiamo male, molto male, perché è vera purtroppo la tendenza a farsi governare o da tromboni arroganti oppure da mediocri ignoranti che non sanno quello che dicono. Ecco perché la situazione peggiora e si fa a gara a chi la spara più grossa, col risultato che il relativismo tende a dilagare e il ’68 sembra cipria rispetto a ora. Non si studia o si studia sempre meno, non si legge, non si approfondisce, non si fatica sui libri e ci si lascia facilmente abbindolare da qualche ciarlatano di turno.

Stiamo entrando nell’Era del plagio, della suggestione e dell’ipnosi collettiva, ecco perché la democrazia soffre ed entra in crisi. Qui non si tratta di pessimismo cosmico, si tratta della constatazione di una “classe politica” sempre più mediocre, incolta, incapace, oltreché come tutti noi, vittima degli umani limiti e vizi. Ecco perché metà popolazione ha smesso di votare e giudicare, mentre l’altra metà vota per protesta e suggestione, piuttosto che convinzione e conoscenza.

Insomma stiamo messi male, corriamo il rischio che una sorta di nuovo cattocomunismo si impadronisca di noi in vece del vecchio. Del resto Dc e Pci è così che hanno fatto la fortuna elettorale necessaria al potere: suggestione, illusione, ipocrisia e qualche contentino pur di avere il consenso. Bene, questi signori sappiamo che noi non ci arrenderemo, non ci faremo né ipnotizzare e né suggestionare dalle chiacchiere; anzi, difenderemo la libertà del pensiero, la bellezza, la ragione e la cultura. Sappiano insomma che fino alla fine e fino all’ultimo tiferemo con ogni forza per “il parto mascolino del tempo”, per Bacone e non per Casaleggio.

Aggiornato il 24 luglio 2018 alle ore 11:52