L’Italia a un bivio: rinnovarsi o perire

Il centrodestra e il centrosinistra non esistono più, sia perché è scomparso il centro, ma anche perché erano nei fatti due grandi mistificazioni culturali nate nel 1994, da un lato per sdoganare il Msi e dall’altro per permettere agli ex comunisti di chiamarsi sinistra avendo criminalizzato il termine “socialista”.

Questo Governo giallo-verde è la sintesi finale del golpe mediatico-giustizialista avvenuto nel 1992. Le due forze politiche antisistema si trovano finalmente al governo: da un lato la Lega che con il cappio in Parlamento debuttò in politica, in questi anni è stata contenuta da Forza Italia, e il movimento di Beppe Grillo che nasce raccogliendo il malcontento che la stessa Seconda Repubblica ha creato e di cui essa è la figlia legittima, cioè l’antipolitica. È inutile adesso fare l’elenco degli errori fatti da Forza Italia come dell’area politica liberal che si è schierata con i comunisti.

Come ha scritto Gianni De Michelis, questo bipolarismo bastardo da un lato permette di far uscire dalle urne uno schieramento vincitore, dall’altro gli impedisce di governare per la sua eterogeneità, producendo un gran malcontento tra gli elettori di ambedue gli schieramenti e creando l’astensionismo. Con l’affermarsi del terzo Polo, quello dell’antipolitica, il sistema elettorale ha dimostrato la sua vacuità e la sua strumentalità. Può piacere o non piacere, ma questo governo rappresenta il tradimento degli elettori che hanno votato per tre blocchi contrapposti e si ritrovano con un Esecutivo d’ammucchiata per il potere fine a se stesso. Dire che ciò è una bizzarria del caso è troppo comodo e ingenuo.

Ormai l’Italia sembra un magazzino per lo shopping di fine stagione per i poteri finanziari. Una classe politica imbelle ha frustrato le aspettative degli italiani, i giovani laureati e non scappano; importiamo immigrati che pseudo imprenditori utilizzano per abbassare il salario con comportamenti da schiavisti. Lo Stato ha dimostrato l’incapacità politica e culturale di gestire il fenomeno migratorio. In politica estera siamo la cenerentola d’Europa, in economia siamo in una situazione borderline determinata dal mix di una mancanza di politica di sviluppo industriale con alte tasse e ricadute negative sull’occupazione.

Matteo Renzi e Silvio Berlusconi, seppure con storie diverse, hanno ottenuto lo stesso risultato: far scappare i propri elettori e favorire l’antipolitica. Un processo di rinnovamento nascere senza il coinvolgimento dei cittadini e dei loro bisogni, liberalizzando il Paese da falsi diritti ormai obsoleti, delle varie corporazioni di origine fasciste che ancor sopravvivono. Il rinnovamento deve coinvolgere anche i corpi intermedi ingessati e impauriti dal cambiamento epocale delle tecnologie. Alla libertà di impresa deve corrispondere la responsabilità degli imprenditori, ai diritti dei lavoratori deve corrispondere il loro dovere e la tutela dello Stato nei confronti dei bisognosi.

Come sempre nei momenti di difficoltà si aprono nuove opportunità. Sta a chi crede nella politica avere il coraggio di riscoprire l’orgoglio di essere una nazione che ha molto da imparare dai nostri partner europei, ma ha anche molto da insegnare a loro.

Aggiornato il 23 luglio 2018 alle ore 18:04