Il lavoro a chiacchiere

Caro Di Maio non sappiamo chi le abbia messo in testa “l’idiozia tecnica” del decreto dignità, sappiamo però che non funzionerà, anzi. Il lavoro, Luigi, si crea con lo sviluppo e non con le leggi persecutorie, meno che mai con quelle minacciose e deprivanti. In Italia poi, non ne parliamo, per via delle ipocrisie cattocomuniste, le regole del mercato del lavoro sono sempre state rigide e assistenziali. Insomma siamo cresciuti col mito del posto fisso, del posto statale, per farla breve “quo vado” di Checco Zalone, ecco perché siamo ingessati e fermi.

Veda Di Maio quando sul lavoro, per seguire alcune ottusità veterocomuniste, si legifera solo per obblighi, vincoli, catene, lucchetti soffocanti, non solo non si genera l’occupazione, ma la si trasforma in un incubo. Al Paese, al nostro Paese, serve esattamente l’opposto e non parliamo solo di flessibilità, ma di semplificazione, alleggerimento, stimolo e facilitazione alla libera trattativa fra le parti, su tutta la materia dell’impiego.

Lei Di Maio, forse suggestionato da “Rousseau”, scambia la elasticità in ingresso ed in uscita, con la deprivazione di certezze, garanzie, diritti, si sbaglia caro Luigi qui si parla d’altro. Il negozio giuridico sul lavoro, per sua stessa natura non può essere una gabbia, l’occupazione in una economia sana, deve seguire l’onda e starci sopra, piuttosto che pesare come un sasso che affonda nella sabbia e non si muove più. Ecco perché da noi sul tema va tutto male, perché col gigantismo del posto fisso e pubblico, è diventato tutto statale, inefficiente, esuberante e inamovibile, per non dire dei furbetti, dei cialtroni, dei nullafacenti che pesano a vita sulle nostre spalle garantiti da leggi assurde.

Insomma caro Luigi, certe leggi cosiddette a garanzia, servono solo a garantire, per un verso la malafede, per l’altro la disoccupazione e non il contrario. Tutto il resto Ministro, è solo bla, bla, bla, armamentario veterocomunista, e lei dovrebbe sapere che i figliocci di Lenin, oltreché sulla libertà, sono crollati proprio sull’economia, sull’intrapresa e sull’imposizione del leviatano. Liberi e ci liberi da tutto questo orpello pubblico, che blocca sviluppo e occupazione, privatizzi, liberalizzi, anziché dare stipendi a sbafo, deregolamenti e dia respiro al rapporto fra le parti, vedrà come funziona caro Luigi.

Aggiornato il 03 luglio 2018 alle ore 10:24