
E adesso caro Matteo? Elezioni, turni e ballottaggi sono finiti e pure molto ma molto bene per lei, dunque adesso servono fatti e scelte precise. Lei si è caricato le spalle di una responsabilità grande, sia verso il Paese e sia verso gli elettori, non solo rispetto agli impegni solenni sul contratto, ma sulla unità della coalizione di centrodestra. Insomma, lei capisce bene che dovrà scegliere se tenerla unita davvero, oppure fondare un movimento unico, oppure ancora spaccare tutto e andare da solo, ovvero legarsi a doppio filo ai grillini.
Queste scelte, caro Matteo, non sono marginali, perché non può sfuggirle che da adesso in poi passare ai fatti col Governo insieme ai Cinque Stelle non sarà facile per niente. Non creda che saranno rose e fiori sulla flat tax che ci ha promesso, oppure smontare la Legge Fornero, la pace fiscale e lo stop all’accoglienza per come lo ha sbandierato in lungo e largo. I grillini, e Lei dovrebbe saperlo, sono altro rispetto al centrodestra e alla Lega; come se non bastasse, per via di alcune loro caratteristiche sono pure permalosi assai. Umorali, umbratili e orientati altrove sull’immigrazione, sulla fiscalità e soprattutto sulla giustizia.
Su questo tema, caro Salvini, la scelta è fondamentale, perché il centrodestra è garantista mentre i pentastellati forcaioli, dunque Lei dovrà scegliere da che parte stare. Insomma, sul concetto di stato di diritto non si scherza mica, e i Cinque Stelle si sa quanto siano manettari e giustizialisti. Per non parlare dello statalismo e dell’apparato pubblico, che Luigi Di Maio vorrebbe addirittura espandere nonostante il sistema statale sia da noi un vergognoso mastodonte, lento, goffo, inefficiente, costoso e assai furbetto, non fosse altro perché generato dai cattocomunisti. Per farla breve, tra i principi liberaldemocratici del centrodestra e quelli leviatani dei pentastellati c’è un abisso. Dunque, caro Salvini, lei da che parte sta?
Essere il vero dominus del Governo significa anche scegliere con chiarezza dove collocarsi assumendosene la responsabilità, fino in fondo caro Matteo. La gente vuole risposte e le vuole subito visto che dal 4 marzo andiamo per i quattro mesi e non basta e non può bastare qualche decisione ad effetto sull’immigrazione seppure giusta e condivisibile. Servono fatti e provvedimenti, serve che Lei si chiarisca con i professori di Governo, che sul programma vanno dicendo cose assai diverse da quelle garantite dal contratto e non va bene, non va bene per niente, perché i cittadini iniziano a mormorare. Del resto capirà, non solo tra centrodestra e grillini c’è un abisso, ma adesso questo abisso sembra esserci anche tra i professori che avete scelto per il contratto di programma. Matteo, intervenga e faccia chiarezza, visto che il vero Premier è proprio lei. In conclusione siamo alla resa dei conti, siamo al bivio fra demagogia e concretezza, proclami elettorali e capacità di fare, si tratta di una esperienza che gli italiani conoscono bene ed è per questo che le hanno dato fiducia caro Salvini. Non ci deluda e ci confermi che stavolta, almeno, abbiamo visto giusto.
Aggiornato il 26 giugno 2018 alle ore 13:46