
Matteo Salvini è chiaro sui dazi Usa all’Europa: “Argina la prepotenza tedesca”. È cosa buona e giusta, quindi. La seduta del primo consiglio dei ministri del governo Conte a Palazzo Chigi, in assenza del premier, viene presieduta proprio dal vicepremier.
“Nessuno ha la bacchetta magica - dice - e noi siamo rispettosi del lavoro fatto anche dagli altri in precedenza. Quello che andava bene lo manterremo su altri fronti. Sulla sicurezza, ci sarà da cambiare”. A chi chiede se sia possibile un veto italiano in Europa sulle sanzioni alla Russia, il ministro dell’Interno risponde che “dobbiamo ragionarci. In Europa almeno a parole qualcosa sta cambiando. Siamo una squadra. Lasciateci partire, ma sulle sanzioni abbiamo le idee chiare.
Il mio governo preoccupa la Nato per le sanzioni alla Russia? E perché? - aggiunge arrivando al Cdm -. Anzi a me piacerebbe che gli organismi internazionali di cui facciamo parte e a cui contribuiamo economicamente, essendo organismi di difesa, difendessero la sicurezza italiana ed europea”.
Poi si sofferma sui dazi statunitensi. “I dazi? Le politiche commerciali vanno ristudiate. L’Italia è una potenza che esporta e quindi va protetto il Made in Italy, penso che le politiche di Trump siano soprattutto per arginare la prepotenza tedesca e l’Italia non deve subire né l’una né l’altra manovra”, spiega Salvini arrivando a Palazzo Chigi. Poi conferma la sua tesi, espressa mesi fa, di essere pronto a seguire la via del presidente Usa per “mettere i dazi” anche in Italia.
“Penso che Trump difenda gli interessi degli americani e questo sarà un governo che andrà in Europa a difendere gli interessi delle imprese italiane, chiedendo per l’ennesima volta l’indicazione del ‘Made in’ obbligatoria in etichetta, visto che siamo inascoltati da anni”, aggiunge Salvini. E spiega che anche “con la Cina c’è da dialogare, mi piacerebbe andare in Cina il prima possibile”.
Non sarà un esordio internazionale semplice quello che da oggi attende il premier Giuseppe Conte al G7. Il presidente del Consiglio avrà gli occhi puntati su di lui per l’etichetta di essere premier di un governo euro-scettico, populista e aperturista verso la Russia di Vladimir Putin. E da Roma Salvini detta la linea e smarca l’Italia dall'Ue. Sarà un weekend da seguire.
Aggiornato il 08 giugno 2018 alle ore 12:06