
Non c’è solo il caso curriculum gonfiato a far scricchiolare la sua figura. Per Giuseppe Conte la candidatura che di Di Maio e Salvini gli hanno prospettato per Palazzo Chigi si è trasformata in un percorso a ostacoli. Dopo le polemiche sui suoi studi, su Conte si è abbattuta anche la questione Equitalia.
Il settimanale L’Espresso ha infatti tirato fuori una vicenda del 2009, anno in cui il candidato premier “si è visto arrivare un’ipoteca legale da parte di Equitalia per un importo di oltre 52 mila euro”. Conte ha pagato quanto dovuto all’agenzia delle Entrare, come spiegato dallo staff del docente dell’Università di Firenze, tanto che l’iscrizione ipotecaria è poi stata cancellata nel 2011.
Ma come si è arrivati fin lì? “Il professore nel 2009 ha avuto una richiesta di documentazione inerente le sue dichiarazioni dei redditi”, spiega Gerardo Cimmino, commercialista del docente. “L’agenzia ha mandato le comunicazioni via posta, ma il portiere non c’era. La cartolina è stata smarrita. Quando il contribuente non si presenta, e non porta i giustificativi della dichiarazione, sono guai”.
In sostanza il fisco avrebbe contestato alcune deduzioni che non avrebbero avuto dei giustificativi. La richiesta di documentazione però sarebbe arrivata ad un indirizzo dove Conte non era raggiungibile. Non solo. Perché neppure la successiva cartella di Equitalia sarebbe arrivata a destinazione, facendo scattare l’ipoteca. “Quando il professore se ne è accorto - continua il commercialista - ha saldato tutto. Ad oggi Conte non ha alcuna pendenza con il fisco. Bastano 4-5 ritenute mancanti sulle fatture che Conte emetteva per arrivare a quella cifra. Può succedere a tutti. Non si sono aperte procedure penali, solo una questione fiscale”.
Continua, insomma, il tritacarne mediatico sulla figura scelta per presiedere un esecutivo giallo-verde. I più puri gridano già allo scandalo. Ora non resta che attendere il pronunciamento del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella.
Aggiornato il 23 maggio 2018 alle ore 12:10