
Che nasca un governo Lega-Movimento 5 Stelle è una possibilità: ma chi lo presiederà? È questa la domanda da un milione di dollari a cui Matteo Salvini e Luigi Di Maio tentano di dare una risposta. Il nodo resta, dunque, quello della squadra e soprattutto della premiership.
Il M5s ha in questa fase della trattativa più forza contrattuale, tanto che qualcuno ipotizza il rilancio di una candidatura alla premiership di Di Maio, che però smentisce e conferma la ricerca di un premier terzo. Salvini non sta a guardare e commenta: “Per me sarebbe un onore guidare il Paese”.
Dentro i due partiti e in Parlamento già ieri circolavano nomi di papabili e poltrone da assegnare. A partire da quella del premier, anche se è la più incerta. Giancarlo Giorgetti era ancora quotato, ma con meno entusiasmo rispetto ai giorni scorsi. A suo sfavore anche l’ipotesi circolata di riservare a Salvini e Di Maio il ruolo di vice premier e quindi garanti della maggioranza politica.
Il nome nuovo di questa fase molto preliminare è quello di Enrico Giovannini. Tirato in ballo come candidato di Sergio Mattarella, ma anche come possibile compromesso tra Lega e M5s. Ex ministro del Lavoro del governo di Enrico Letta, ha portato in Italia un indice economico alternativo al Pil, che piace ai pentastellati, il Bes, benessere equo e sostenibile.
Per i dicasteri i nomi che circolano sono tutti politici. Per i pentastellati il fedelissimo di Luigi Di Maio, Alfonso Bonafede. Che però non andrebbe alla Giustizia, come aveva previsto il leader M5s. Per il dicastero di via Arenula erano in corsa Giulia Bongiorno, ma anche Nicola Molteni, esponente del Carroccio. Entrambi ben visti dal M5s.
Aggiornato il 10 maggio 2018 alle ore 12:44