
Un aforisma, un commento – “Indire le elezioni a luglio è una saggia idea che può far risparmiare. Le cabine, in spiaggia, ci sono già; l’elenco delle liste e dei candidati può essere comodamente aggiunto ai menù dei ristoranti; quanto agli scrutatori e al presidente, potranno essere sostituiti dal personale degli hotel. Esclusi, per ovvia legittima suspicione, quelli a 5 Stelle”.
Nonostante sia diffusa l’opinione che, se si svolgessero nuove elezioni a luglio, il risultato sarebbe identico o quasi a quello del 4 marzo scorso, qualcuno, a ragione, comincia a pensare che, invece, le cose potrebbero andare diversamente. Innanzitutto, in termini generali, va osservato che si tratterebbe di una novità assoluta e, dunque, non è sbagliato ritenere che essa generi sua volta qualche novità senza precedenti. Inoltre, per luglio molti italiani hanno già prenotato alberghi e pensioni oppure hanno già programmato viaggi, tutte cose alle quali pochi rinunceranno. Poiché tutto questo riguarderebbe essenzialmente i ceti medi, non è peregrino pensare che alcuni partiti subirebbero notevoli perdite e che l’aumento dell’astensione, da parte sua, sconvolgerebbe ulteriormente la distribuzione dei voti. Poiché nessuno sa, con precisione, come si distribuisca il voto dei ceti medi, è assai difficile fare previsioni e anche questo è coerente con l’idea che le urne possano riservare sorprese.
C’è infine da sottolineare che i due partiti “vincitori” hanno dato prova di una ragguardevole indifferenza per le questioni sulle quali il nuovo Governo dovrà prendere decisioni, essendosi limitati a elencare due o tre punti, già noti a tutti fino alla noia e decisamente ardui da realizzare nonché molto rischiosi per il Paese.
Il fatto che, per due mesi, Lega e Movimento 5 Stelle non abbiano fatto altro che tirare la corda per vincere la partita avendo in mente, agli occhi di molti italiani, solamente il proprio successo personale e la poltrona di Presidente del Consiglio, può essere un nuovo motivo per aumentare il biasimo per la politica. Questa volta, però, la delusione dovrebbe riguardare anche i 5 Stelle che, chiunque abbia sale in zucca, percepisce ormai come un partito vero e proprio, come del resto era ampiamente previsto, ma senza idee credibili e senza alcuna competenza.
Esclusa la possibilità che, da qui a luglio, gli elettori rinuncino all’irrazionalità e si orientino verso quei partiti che, come Forza Italia da un lato e, a suo modo, il Partito Democratico dall’altro, perseguono idee e programmi magari discutibili ma comunque più razionali e certamente meno rozzi, l’unica certezza è che nei seggi elettorali ci sarebbe il vuoto. Anche vi fosse ovunque l’aria condizionata.
Aggiornato il 10 maggio 2018 alle ore 00:18