Moro processato dai pm e dalle Br

Se non fosse stato rapito dalle Brigate Rosse il 16 marzo del 1978, Aldo Moro probabilmente sarebbe stato processato dai pm salva Italia che prima, durante e dopo “Mani pulite” hanno cambiato in peggio la situazione politica italiana e lo stesso Stato di diritto. Il tutto con la scusa della lotta alla mafia e alla corruzione. Che poi è lo stesso pretesto che oggi usa Recep Tayyip Erdoğan contro i propri nemici interni.

Tanto la mafia quanto la corruzione ci saranno sempre, quindi con la lotta quasi metafisica a questi fenomeni prima o poi si può giustificare tutto: dal 41 bis al finto golpe anti Erdoğan. Per l’appunto. Oggi che dell’omicidio di Moro se ne ricordano i 40 anni in un’orgia di retorica quirinalizia, con studenti che mostrano i propri compiti nello stucchevole “concorso nazionale sulla memoria”, sarebbe bene ricordarsi l’ultimo discorso di Moro in Parlamento che solo su Radio Radicale si può ancora sentire integralmente.

Era il 9 marzo del 1977 e mentre infuriava il dibattito sul caso Lockheed, poco più di un anno prima della strage di via Fani del 16 marzo 1978, Moro sentì il bisogno di andare in Parlamento a difendere l’orgoglio democristiano con la famosa frase: “Non ci faremo processare nelle piazze”. Si intendeva, all’epoca, da quei comunisti che poi, un anno dopo, lo avrebbero processato nel carcere del popolo. Ed è significativo ricordare, come ha fatto oggi Valter Vecellio proprio da Radio Radicale, che quel 16 marzo 1978, mentre Moro usciva per l’ultima volta dalla propria casa che non avrebbe mai più rivisto, “la Repubblica” - il giornale che costruì la propria fortuna editoriale con la linea della fermezza sobillando il Pci di Enrico Berlinguer a rifiutare ogni trattativa per salvare Moro - usciva con un titolo a tutta pagina a corredo di un lungo articolo dell’allora cronista principe della giudiziaria, Franco Scottoni, ex “Unità”, in cui si leggeva questo: “Antelope Cobbler, semplicissimo - Aldo Moro, presidente della Dc”.

Tutta questa storia chi vuole può leggerla anche in un blog de “Il Giornale”, quello di Giovanni Terzi (“Il Terzincomodo”), in cui viene riportata anche la sintesi del contenuto del lungo articolo di Scottoni che conteneva ampie citazioni degli “atti depositati riguardanti lo scandalo Lockheed dove si registravano tangenti pagate a politici di mezza Europa per vendere i propri aerei… Antelope Cobbler doveva essere colui che faceva da testa di ponte tra l’azienda aereonautica statunitense ed il governo italiano ricevendo in cambio tangenti… L’articolo rendeva noto le dichiarazioni di un teste, Luca Dainelli un ex diplomatico che visse molto negli Stati Uniti.

Insomma, Moro andò a via Fani leggendo su uno dei principali quotidiani italiani le stesse notizie che le Brigate Rosse presero a pretesto per processarlo nel carcere del popolo. E che un anno prima Moro disse non essere vere aggiungendo che “la Dc non si farà processare nelle piazze”. Passata l’indigestione di retorica e le commemorazioni del quarantennale, fallito comunque il tentativo delle Br di processare nei loro covi un’intera classe politica italiana, chi può negare che quei processi più o meno sommari vennero poi fatti dai pm salva Italia, da “Mani Pulite” in poi, praticamente fino a oggi?

 

 

Aggiornato il 09 maggio 2018 alle ore 13:36