Luglio col bene che ti voglio

Ci spiace per il capo dello Stato al quale si deve ogni rispetto, ma la neutralità non esiste e aspettare l’autunno non ha senso. Già ieri scrivevamo dell’ombra dei “professori”  che andava allungandosi sul Paese con tutte le sue opacità e i potenziali conflitti di interesse. Insomma, gli esterni, i tecnici o cattedratici che siano, al Governo meno ci stanno e meglio è per tutti.

Del resto un Esecutivo probabilmente sfiduciato dal Parlamento e, viste le esperienze passate, malvoluto da tutti gli italiani, è davvero meglio che duri poco o niente. Ecco perché non condividiamo il pensiero di Sergio Mattarella e ne siamo agli opposti. Al Paese serve stabilità e strada da fare, i “professori”  la stabilità la danno al sistema che conta e all’Europa che comanda, insomma a tutti tranne che alla gente comune che il 4 marzo si è espressa e sappiamo come. E poi chi lo dice che a luglio è sconsigliabile votare, i tempi dei grandi esodi estivi sono finiti, oggi le ferie si fanno in pillole nel corso dell’anno e non tutte di fila fra luglio e agosto.

Dulcis in fundo, nei prossimi mesi ci saranno da fare e da assegnare nomine e incarichi pubblici di estrema importanza, sarebbe grave lasciare questo compito ai tecnici scavalcando la politica e i parlamentari. Si torni al voto dunque, a luglio va bene eccome, gli italiani stavolta non mancheranno di dimostrare che hanno visto e capito tutto ciò che c’era da capire e ne riparleremo.

Aggiornato il 08 maggio 2018 alle ore 10:43