
Terzo giro di consultazioni. Sono due mesi che l’Italia traballa tra possibili accordi di governo. Prontamente smentiti a intervalli più o meno regolari dai singoli partiti o coalizioni.
È insomma l’ultima chiamata quella di Sergio Mattarella. Il presidente della Repubblica prova di nuovo a stringere i tempi sulla formazione dell’esecutivo e annuncia per la giornata di lunedì nuove consultazioni, in un solo giorno.
I primi a salire al Colle, alle 10, saranno i Cinque Stelle, seguiti alle 11 centrodestra che si presenterà in un’unica delegazione composta dai rappresentanti di Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega. Alle 12 sarà la volta del Partito Democratico, seguito alle 16 da Liberi e Uguali, dai Gruppi per le Autonomie e dai Gruppi Misti. La chiusura in serata sarà, infine, affidata ai presidenti di Camera e Senato: alle 17.30 salirà Roberto Fico, seguito alle 18 da Maria Elisabetta Cancellati.
Preoccupato per i due mesi di stallo e soprattutto per il fatto che le posizioni di partenza sono rimaste immutate, il capo dello Stato ha deciso di fare l’ultimo pressing cercando un sussulto di responsabilità nelle forze politiche. E soprattutto per farsi dire di persona, in una sede istituzionale, se ci sono altre possibili soluzioni per dare un governo al Paese, oltre ai tentativi di accordo sinora sperimentati.
Sono fallite, infatti, le esplorazioni sui due filoni individuati nelle prime due consultazioni: centrodestra-M5s (sondato da Elisabetta Casellati) e M5s-Pd (sondato da Roberto Fico). Ma se non verrà nessuna novità, Mattarella assumerà su di sé le decisioni e cercherà di convincere i partiti a sostenere un esecutivo del Presidente che vari la manovra economica.
La preoccupazione al Colle su questo ultimo tema è forte: se si votasse a ottobre, si rischierebbe l’esercizio provvisorio dei conti pubblici, e sarebbe quasi impossibile evitare l’aumento dell’Iva dal primo gennaio. Per questo, e anche per non aggiungere ulteriori elementi di tensione, l’obiettivo primo del Quirinale sarà la manovra e non la riforma legge elettorale, pure considerata opportuna. Non resta che tenersi pronti. Si parte.
Aggiornato il 04 maggio 2018 alle ore 12:30