
“Tanto peggio, tanto meglio”. Un ritorno al futuro, in pratica. Una sorta di fionda temporale che lancia l’obice all’indietro per colpire il bersaglio lì dove si troverà nei prossimi mesi. Complicato, ma non troppo.
La questione è: “Perché con un Governo dimissionario i mercati che ci terrorizzano con lo spread se ne stanno tranquilli e l’Istat registra un buon andamento trimestrale per economia e occupazione?”. A quanto pare nessuno si preoccupa di dare una risposta a quella che, invece, io ritengo la chiave di volta per interpretare il presente della Politica. Sostanzialmente, la stessa domanda senza risposta che ha visto coinvolti in passato, ad esempio, Spagna e soprattutto Belgio, rimasti anche per anni sprovvisti di un Esecutivo in carica (ma mai “senza” una guida provvisoria, in quanto le Costituzioni da questo punto di vista non ammettono vuoti di potere!). Provo a rispondere per casa nostra, partendo dal caso pratico del Premier-galantuomo, il “conte” Paolo Gentiloni. Il suo Governo, si noti bene, è ad assoluta maggioranza composto da ministri del Pd, il partito italiano, cioè, che strada facendo via “4 marzo” ha perduto nientemeno che la metà all’incirca dei suoi consensi precedenti.
Ora, mettetevi nei loro scomodissimi panni: che cosa rispondereste alle pressioni degli ex “clientes” se vi chiedessero favori, leggine ad hoc, atti di governo di una certa sostanza, e via dicendo? “Non possumus: siamo transeunti. Queste cose lasciamole fare al Governo che verrà”. Quindi: niente liti da comari tra i ministri, per privilegiare questa o quella parrocchia elettorale; niente iniziative legislative a carattere ideologico, come potrebbe essere la questione dello “Ius soli” o delle prese nette di posizione nei confronti dell’Europa e della finanza internazionale. E questo, sinceramente, tranquillizza gli investitori esteri, perché nessuna azione può essere intrapresa a loro danno. Ma anche Bruxelles se ne sta tranquillissima e fa il tifo per il nostro “transeunte” gentiloniano. Tant’è vero che dalle parti dell’euroburocrazia si sta pensando seriamente ad aprire i cordoni della borsa per dare un sostegno concreto all’Italia a proposito di accoglienza degli immigrati. Perché, poi, come farebbe un Governo dimissionario a prendere decisioni drastiche come la chiusura dei porti o, addirittura, un blocco navale che invece governi così detti “populisti” alla Orbán potrebbero tranquillamente intraprendere?
Il terzo aspetto, invece, relativo al grande potere del “transeunte” (che non rappresenta mai, si badi bene, un “incumbent”, cioè un Presidente a fine primo mandato e che si ripresenta per un secondo) è forse ancora più interessante. Due esempi chiariscono molto meglio il ragionamento da fare. Dovendo prorogare incarichi di altissimo livello, come quelli relativi ai capi dei servizi segreti o degli altri grandi apparati di sicurezza, a chi chiedereste educatamente il permesso per procedere? Certamente a Lega e M5S che da soli potrebbero bocciare qualsiasi iniziativa del genere. Come pure per la prossima discussione dell’imminente proroga del prestito-ponte all’Alitalia non resta che bussare alle porte di Matteo Salvini e Luigi Di Maio per ottenere il semaforo verde.
Ora, una nota di colore: ho sentito il leader dei pentastellati criticare l’intervento a gamba tesa dell’ex segretario del Partito Democratico, Matteo Renzi, a proposito del fatto che, con la sua dichiarazione televisiva di “mai con i Cinque Stelle”, sarebbe entrato a gamba tesa nei lavori della direzione di quel Partito che proprio quel tipo di decisione sulle alleanze avrebbe avuto all’ordine del giorno del 3 maggio. Bene: cortesemente Di Maio vorrebbe dirci quali sono gli organi democraticamente eletti nel suo partito intitolati a prendere simili decisioni collegiali? Ma davvero, com’è strana la politica italiana!
Aggiornato il 03 maggio 2018 alle ore 20:19