Centrodestra: una strada in discesa ma serve coerenza

Mai come in questo passaggio storico c’è stato un clima favorevole al centrodestra. Ovviamente però tra il dire e il fare c’è di mezzo il mare e oggi gli elettori sono molto più attenti, esigenti e incavolati che mai. Pensare dunque che basti il clima e l’indignazione per portare a casa il voto sarebbe un errore imperdonabile e clamoroso. Del resto i cittadini proprio perché dal Governo Monti in poi ne hanno viste, sentite e soprattutto subite di tutti i colori, prima di fidarsi e affidarsi ci pensano bene.

Insomma, l’indignazione suscitata e alimentata in questi anni prima dalle larghe intese a sostegno di Mario Monti e poi dalle maggioranze trasformiste a sostegno di Letta, Renzi e Gentiloni, non basta per vincere. Tant’è vero che se per un verso solo il centrodestra “tutto incluso” arriva ad avere il 35 per cento dei consensi, è altrettanto vero che una grande fetta di elettori ancora non si è convinta e resta astensionista.

Dunque per riportare al voto i delusi, gli indignati e i demoralizzati di area ex Popolo della Libertà ci vuole di più.

E questo di più non è un rebus cosmico o il superamento di Einstein, ma è semplicemente la coerenza e la certezza che il voto resti nell’area prescelta. Insomma, la gente è disposta a votare centrodestra solo in cambio della garanzia sull’appartenenza sia iniziale che finale. Sia chiaro, nessuno, specialmente con questa legge elettorale, è in grado di escludere larghe intese, ma partire addirittura con l’intenzione di volerle è troppo.

Ecco perché Berlusconi e Forza Italia devono, loro di più e molto meglio, uscire dall’equivoco che si è ingenerato e se si è ingenerato un motivo ci sarà. C’è, infatti, accanto a Berlusconi troppa gente che conta e che lascia intendere la preferenza per una grande coalizione e per un’intesa con il Partito Democratico. C’è troppa gente intorno a Forza Italia che insiste sulle larghe intese e non fa molto per tenere unito il centrodestra. Insomma, che piaccia o meno il dubbio su una posizione indefinita e vagamente aperta del Cavaliere ha preso piede e si è diffusa. Del resto ne parlano i giornali con dovizia di particolari, ne parlano in televisione gli analisti, ne parla la gente in giro per le strade. Ecco perché una fetta dei potenziali elettori di centrodestra ancora diffida, non si persuade, teme di votare in un modo per ritrovarsi governata nell’altro. D’altra parte il trasformismo, il fenomeno dei transfughi di questi anni e l’esperienza pessima del Governo Monti hanno lasciato il segno.

Per questo diciamo che il centrodestra, clima favorevole a parte, può vincere facilmente solo offrendo garanzie assolute di unità e compattezza contro il centrosinistra. In buona sostanza, e mai come adesso, la gente pretende coerenza, affidabilità, rispetto del voto. Dunque se cambiamento deve essere nella politica, nel programma di governo e nella scelta degli uomini per realizzarlo, non può che iniziare dal rispetto della volontà popolare. Per il centrodestra dopo il fallimento clamoroso del Pd e del centrosinistra si è aperta un’autostrada, ma gli italiani questa volta pretendono certezze.

Aggiornato il 03 novembre 2017 alle ore 10:56