Ambiente e sostenibilità al centro del Patto di Roma per il clima

Significative e incoraggianti le parole del Presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, pronunciate a conclusione del summit “Acqua e clima - I grandi fiumi del mondo a confronto” tenutosi in questi giorni a Roma: “Sono certo che il ‘Documento di Roma’, da voi adottato, potrà contribuire positivamente al dibattito in corso al livello internazionale, in vista della convocazione della prossima ‘Conferenza delle parti sul Clima’, ove ci aspettiamo che i temi connessi all’accesso all’acqua possano ricevere tutta l’attenzione e il senso di urgenza che meritano”.

L’incontro, promosso dal ministero per l’Ambiente insieme con Unece (Commissione Economica per l’Europa delle Nazioni Unite), il Riob/Imbo (Rete Internazionale degli Organismi di Bacino) e la Gawac, Alleanza Mondiale per l’Acqua e il Clima che riunisce l’Alleanza delle Imprese e l’Alleanza delle Grandi città (16 mega città con oltre 300 milioni di abitanti) è stata anche l’occasione per ricordare le prossime sfide in tema di clima, ambiente, energia e ricerca. Sfide, quest’ultime, sempre più vicine anche in vista della prossima Conferenza mondiale delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, la Cop 23, che si terrà a Bonn dal 6 al 17 novembre 2017, sede in cui dovranno essere messe sul tavolo efficaci politiche per rendere operativo l’Accordo di Parigi nonostante i ripensamenti del presidente degli Stati Uniti d’America, Donald Trump.

Il tema dell’acqua, simbolico anche di vita, è stato discusso sia come diritto universale sia come impegno sociale, ovvero con l’impegno di una collaborazione internazionale per i Paesi del pianeta più in difficoltà. Il ministro dell’Ambiente, Gian Luca Galletti, ha annunciato l’impegno italiano in Africa attraverso il finanziamento di progetti per 5 milioni di euro destinati a iniziative sulla gestione della risorsa acqua. In particolare, i programmi saranno affidati a due enti internazionali, l’Organizzazione Meteorologica Mondiale e l’Unece, con l’obiettivo di creare sistemi di monitoraggio e informazione transfrontalieri nei grandi bacini africani, il Congo e il Senegal. I nuovi programmi per l’Africa rappresentano “una ulteriore declinazione di un impegno per questo continente con cui condividiamo tanta storia, cultura, civiltà e verso il quale - ha osservato Galletti - abbiamo un dovere di cooperazione e incentivo allo sviluppo che nasce dal passato, ma che è oggi saldamente ancorato nel presente e proiettato nel futuro”.

Aver sottolineato, infatti, l’aspetto culturale alle sfide climatiche ed ambientali ha un valore doppiamente significativo: l’agricoltura, la prevenzione della siccità e delle inondazioni, la mitigazione degli effetti del riscaldamento globale e la scarsità delle risorse, devono essere affrontate con politiche globali tenendo conto delle specificità di ogni Paese, con politiche mirate e superando barriere - soprattutto culturali - che tanto condizionano le scelte dei singoli stati.

Per questo il rapporto fra cambiamento climatico e le disponibilità di risorse idriche non può che rappresentare una delle questioni più immediate di responsabilità condivisa, soprattutto a livello internazionale. Ciò nonostante, già si guarda avanti, alla Conferenza di Bonn, dove sicuramente non sarà facile lavorare in termini di negoziazione e trasformazione di vincoli per le emissioni inquinanti. Ma ha ragione il ministro Galletti: “Qui o vinciamo tutti insieme o perdiamo tutti insieme”.

Aggiornato il 25 ottobre 2017 alle ore 21:32