Renzi sale sul treno, la coalizione si allontana

Guardare avanti, parlare al Paese e non al ceto politico. All’indomani della festa per i 10 anni del Partito Democratico, guastata da molte assenze e critiche, Matteo Renzi sale sul treno con il quale attraverserà 100 piccoli comuni italiani. È vero che i giochi politici entreranno nel vivo solo dopo l’approvazione del Rosatellum bis, forse già questa settimana con la fiducia al Senato, ma la coalizione intorno al Pd sembra ancora una chimera, tra Carlo Calenda che si sfila da ogni progetto elettorale, Giuliano Pisapia molto critico e Ap ferma in attesa dell’esito del voto in Sicilia. A guastare il clima dentro e intorno al Pd, oltre ai mancati “inviti” eccellenti e relative defezioni per la festa all’Eliseo - da Romano Prodi ai leader della minoranza - è stata la sicurezza, poi in parte smussata, con cui il leader dem ha affermato che sarà lui il candidato premier a prescindere dalla coalizione che si coagulerà intorno al Pd. “Perché esista una coalizione è necessario condividere un programma, un leader e paletti sulle alleanze altrimenti diventa una mera alleanza elettorale in cui qualcuno pensa di comandare da solo”, è l’altolà del portavoce di Campo Progressista, Alessandro Capelli. E anche nella minoranza dem l’atteggiamento del segretario crea non pochi dubbi. “Non basta una norma dello statuto per vincere. Prima serve dar vita a un campo più largo di noi”, sostiene Gianni Cuperlo esprimendo le preoccupazioni che sono anche di Andrea Orlando, pure lui assente all’Eliseo.

Non mette in dubbio la candidatura da premier ma l’esito, invece, il sindaco di Milano. “Credo sia giusto - sostiene Beppe Sala - che Renzi sia il candidato del centrosinistra, ma non penso sia facile che diventi il presidente del Consiglio”. Il sindaco di Milano lascia un non detto: che le elezioni non producano una maggioranza netta e quindi sarà necessaria una trattativa tra partiti non alleati alle elezioni. Più esplicito sul rischio larghe intese il ministro Carlo Calenda, che alcuni vorrebbero candidato con il movimento Forza Europa di Benedetto Della Vedova coalizzato con il Pd. L’ex esponente di Sc garantisce che “al 100%” non si presenterà alle elezioni e teme “un rischio molto grosso di instabilità”. “La grande coalizione è interessante se ha un compito interessante”, premette, ma “corriamo il rischio di una campagna elettorale poco seria e di un governo di grande coalizione senza un preciso obiettivo”. Scenario che Mdp dà per scontato: “Renzi e Berlusconi di giorno litigano di fronte all’opinione pubblica e di notte siglano accordi per spartirsi il potere”, dice il senatore Federico Fornaro.

Aggiornato il 17 ottobre 2017 alle ore 10:50