
“I dati dell’Istat sul mercato del lavoro testimoniano chiaramente come il Jobs Act sia un fallimento e le politiche del lavoro del Governo Renzi-Gentiloni un grande spreco di denaro pubblico che rischia di minare anche la prossima legge di bilancio. Ci sarebbe da essere ottimisti per il recupero dell'occupazione sui livelli del 2008, ma quello che appare evidente è che questa crescita occupazionale non è il frutto delle politiche dell’esecutivo bensì il normale risultato delle dinamiche del mercato del lavoro (questo mese probabilmente la buona ripresa dei servizi e del turismo), dinamiche drogate in questi anni dagli incentivi del Governo Renzi-Gentiloni. Terminati gli incentivi sono terminati anche i pochi risultati positivi”.
Lo scrive in una nota il capogruppo Fi alla Camera, Renato Brunetta, commentando i dati Istat che segnalano per il mese di luglio un’occupazione in crescita dello 0,3% rispetto a giugno (+59 mila), ma anche un aumento del tasso di disoccupazione giovanile che si attesta al 35,5%, in crescita di 0,3 punti dal mese precedente. “Vogliamo ancora parlare di successo del Jobs Act? - continua Brunetta - Il segretario del Pd, Matteo Renzi, vuole ancora magnificare le sue politiche del lavoro che stanno aumentando i contratti a tempo determinato rispetto a quelli a tempo indeterminato, l’esatto contrario degli obiettivi che si era prefissato? E pensa ancora che il Jobs Act è veramente quella misura che tutti ci invidiano? Vada a studiare bene le leggi Hartz, impari dal suo amico Macron, ma soprattutto, perché non studia Marco Biagi e le leggi di Berlusconi? Se quel suo partito non avesse fatto la rivolta sociale a quelle riforme strutturali, salvo poi malamente copiarle, senza neppure citarle, qualche decennio dopo, oggi l’Italia non avrebbe questi numeri. Torni sui libri di scuola, ma non quelli di Harvard o Stanford bensì su quelli delle realtà produttive italiane”.
Aggiornato il 01 settembre 2017 alle ore 15:32