Quagliariello: “Ecco Il mio centrodestra”

Immaginare un centrodestra grande quanto il Partito Repubblicano americano ne segna la forza e la lungimiranza. Quello che il senatore, Gaetano Quagliariello, racconta in un’interessante intervista non è altro che il sogno di chi crede nel fusionismo e in una grande coalizione liberale e conservatrice alternativa al centrosinistra e al Movimento 5 Stelle. Il punto di incontro tra la forza riformatrice e una componente civica che parla al paese di meno Stato e meno tasse. In questa cornice si incardina il pendolo centrista. E il suo moto a metà strada fra due mondi. “A unire forze di centro e centrodestra devono essere i programmi. Solo così si può immaginare in modo chiaro e preciso il cambiamento e pensare di allargare il più possibile i confini della nostra coalizione”, spiega Quagliariello. Che poi conclude: “Il mio centrodestra ideale è un centrodestra identitario, in cui ci siano molte differenze e pochi principi comuni sui quali si ritrovano tutti”.

È tempo di migrazioni nel centrodestra per molti centristi, che ne pensa?

Penso che francamente più si allargano i confini del centrodestra, meglio è. Detto questo specifico due cose.

Mi dica...

La vera svolta della legislatura è stata il referendum costituzionale. Dunque, io credo che per chi in quell'occasione ha sostenuto il Sì sia necessario fare qualche sforzo in più per costruire un ponte programmatico che lo unisca al centrodestra. Se queste conversioni centriste non sono iniziative opportunistiche, devono essere basate su una consapevolezza programmatica.

La seconda cosa?

La seconda cosa che penso è che l’azione che abbiamo portato avanti noi di Idea è qualcosa di differente che non deve essere confusa. In altri termini: noi non siamo centristi.

IdeA come si colloca in questo quadro?

Abbiamo sostenuto il “No” al referendum, e soprattutto abbiamo costruito una componente civica, liberale e conservatrice che cerca di raccogliere quel voto che va oltre i partiti ufficiali. Ed è per questo che vogliamo essere considerati.

Come vede il nuovo contenitore di Silvio Berlusconi per i centristi?

Ripeto, l'onere di riavvicinarsi a quest'area non è sulle spalle di Berlusconi ma dei centristi. Nel senso che il problema non è quello del contenitore, ma quello dei contenuti. Devono legittimarsi su questo terreno: trovare una loro specificità e riuscirsi a coordinare con il resto della coalizione.

E quanto può valere in termini percentuali la componente di centro?

Fino a che non conosciamo le regole con le quali si andrà a votare è difficile dirlo. Bisogna capire cos’è il centro. Se il centro è il luogo in cui puoi fare accordi sia con la sinistra che con la destra, quel luogo è residuale anche in termini di percentuali. Se il centro è invece una posizione politica che riesce ad avere forza, consistenza e durezza (perché essere centristi non vuol dire essere molli, ndr) allora questa "cosa" può avere degli spazi elettorali non trascurabili.

Quanto, invece, la legge elettorale può incidere su queste alleanze?

Il problema è questo: se la legge prevede la coalizione è una cosa, se la legge elettorale dà il premio a una lista, allora dobbiamo cercare di conquistare quel premio e quindi varare una lista unica.

Qual è secondo lei la strategia di Berlusconi in questo contesto?

Oggi Berlusconi tiene tutte le opzioni aperte. Deciderà a settembre ma personalmente credo che finirà per privilegiare un’alleanza di centrodestra cercando di rafforzare quella componente liberale di cui anche Forza Italia è parte.

E che ne sarà di Alternativa Popolare?

Non sono la persona più adatta a rispondere a questa domanda.

Come vede il futuro di Angelino Alfano: con Berlusconi o con Matteo Renzi?

Io credo che il percorso fin qui compiuto da Alfano lo dovrebbe condurre a ricercare un’alleanza con il centrosinistra all’interno di uno schema di coalizione. Però non sono io a dover dare dei consigli. Su questo punto ho discusso con Alfano a tempo debito e poi ognuno di noi ha fatto delle scelte conseguenti.

È credibile una coalizione di centrodestra che va da Matteo Salvini fino ai centristi?

Dipende dai programmi. Se c’è un programma comune, ben congegnato, che tanti di convincere gli elettori che non si va a litigare il giorno dopo, allora l'alleanza sarà credibile.

Lei si alleerebbe con la Lega Nord?

Sì. A condizione che su alcuni temi come l’Europa e l’Euro si trovino delle soluzioni comuni. Ci siamo alleati con la Lega di Umberto Bossi quando metteva l’acqua del Po nelle ampolle, aveva le milizie delle camicie verdi e i parlamenti del nord. Non capisco perché ora dovremmo fare gli schizzinosi.

Invece che cos’è il gruppo “Federazione delle Libertà”?

Federazione delle Libertà è una sigla nella quale noi vorremmo coordinare le attività parlamentari di tutti i gruppi del centrodestra differenti dalla Lega. Perché la Lega ha una sua identità precisa. Per intenderci: mi riferisco a tutti i gruppi a partire da Forza Italia fino a Fratelli d’Italia. Un gruppo che quindi inizi a immaginare a livello parlamentare quella unione che dovremmo poi fare anche a livello elettorale.

Un’ultima domanda. Qual è per lei il centrodestra ideale?

Il mio centrodestra ideale è un centrodestra identitario, in cui ci siano molte differenze e pochi principi comuni sui quali si ritrovano tutti. Un po’ come accade nel Partito Repubblicano americano.

Aggiornato il 03 agosto 2017 alle ore 12:20