
Un aforisma, un commento - “Perché gli austriaci hanno dislocato tre carri armati al Brennero? Perché il quarto l’hanno tenuto di riserva a Vienna”.
Che si tratti di una dimostrazione “muscolare” è sicuramente dubbio, dato che la gracilità delle forze armate austriache più di tanto non può certo concedere. È però sicuro che i tre blindati Pandur schierati al Brennero sono più che sufficienti ad intimorire chiunque passi di lì, turisti o immigrati in testa.
La decisione austriaca, ovviamente non concordata con la Ue - la quale, comunque, non muoverà un dito per protestare -, manifesta con chiarezza e durezza l’esplicita indifferenza di Vienna nei confronti, prima di tutto, dei migranti e, poi, dell’Italia.
È infatti evidente che l’eventuale impiego concreto delle armi su un confine implicherebbe l’inevitabile susseguirsi di pericolosi “equivoci” poiché i proiettili, una volta usciti dalle bocche da fuoco, è difficile che si fermino alla dogana.
Anche se, come si spera, il pur modesto dispiegamento di forze al Brennero ha un palese significato simbolico di avvertimento, si tratta però di un pessimo simbolismo e di un avvertimento che l’Italia non può e non deve accettare. Nonostante l’Austria non faccia parte della Nato è però un Paese europeo con precisi obblighi e impegni morali oltre che essere tenuto alle tradizionali relazioni diplomatiche.
Nell’iniziativa di Vienna non è inoltre difficile intravvedere, al di là della assoluta mancanza di stile, una malcelata forma di alterigia che non può non rimandare ai tempi passati, quasi una sorta di minuscola revanche nei confronti del nostro Paese.
Senonché, in tutto questo, c’è anche un lato ironico. Infatti, in Alto Adige, non è chiaro cosa pensino coloro che si battono per il ritorno della regione in seno al Tirolo austriaco, vedendo i cannoni dei carri armati appena al di là della frontiera. Già, perché lo scopo dei militari austriaci non è certo quello di “liberare” il Sud Tirolo dal gioco italiano bensì quello di lasciare che sia Bolzano a riempirsi di africani, gomito a gomito con gli Schützen e con i Freiheitlichen. Da un lato ciò amplificherà il desiderio di un Alto Adige austriaco che, come tale, sarebbe per ora impenetrabile da parte dei migranti. Ma, dall’altro e stando ai fatti, la realtà è che l’Austria ha una percezione ben precisa e ormai irreversibile circa i propri confini. E Vienna è sempre più lontana
Aggiornato il 04 luglio 2017 alle ore 23:12