La politica deve recuperare il senso della realtà e non può pensare di tenere insieme per forza sensibilità e sistemi valoriali incompatibili per pura voglia di fighettismo più o meno ideologico. Perché poi la gente si esaspera e gesti come quello di Finsbury Park, pur non essendo assolutamente scusabili, sono però assolutamente prevedibili.
Cos’è successo? È semplicemente successo quello che da qualche anno succede spesso nelle società “prone” (non “aperte”, prone). Solo che questa volta il morto ci è scappato a parti invertite: un inglese prende il furgone e si schianta sulla moschea uccidendo un fedele e ferendone otto. Questa è “la manifestazione più violenta di islamofobia” dice il Consiglio musulmano britannico. Il Consiglio dimentica di dire che è anche “la prima” (sperando che sia anche l’ultima) e che interrompe una triste e consolidata tradizione che vuole simili stragi consumarsi a parti invertite.
Che adesso qualcuno prenda a pretesto questo caso isolato per dimostrare l’indimostrabile (e cioè che viviamo in una sorta di spirale bellico-religiosa) è davvero paradossale. Questa si chiama esasperazione fomentata, da una parte, dal giustificazionismo ostinato di chi confonde una società aperta con una società asservita e, dall’altra, dalla voglia di egemonia degli ospiti. Ed è da questa non chiarezza di fondo che nasce la violenza che da una parte è terroristica oltre che finalizzata alla sopraffazione e, dall’altra, è dettata da una disperazione canalizzata nel peggiore dei modi a compiere un’azione con modalità terroristiche.
In tutto questo, come fosse la mucca che guarda il treno passare, la politica guarda la società pensando di poter trattare le comunità e i loro sistemi valoriali come i bambini usano i loro giocattoli, facendo tranquillamente giocare l’Uomo Ragno con Biancaneve. A giocare non succede nulla. La vita però, come presto capirà il bimbo una volta cresciuto, è tristemente un’altra cosa perché l’Uomo Ragno mal sopporterà la vita ovattata di Biancaneve e proverà ad imporre le sue regole.
La politica sembra invece ferma a uno stato di arretratezza infantile con la quale deve al più presto fare i conti perché qui oramai i morti sono troppi e non si può più giocare a fare gli hippy. La politica guadagna troppo e ha in mano le sorti di troppe persone per potersi permettere di non capire la realtà e le conseguenze di voler addomesticare la società alle proprie fantasie capricciose e infantili. Cos’è l’attentato di Finsbury se non la risposta esasperata di una società che restituisce in maniera primitiva il malcontento di chi è stato costretto a vivere sottomesso e inerme rispetto alle imposizioni politico-culturali di chi inspiegabilmente continua a predicare il meticciato negando l’evidenza?
In tutto questo, l’Italia, Paese “in ritardo” per definizione, non si pone ancora il problema perché non ha il concetto di “lesson learned”. Perché il problema cerca ancora di risolverlo sopprimendolo e perché è un Paese dove le classi dirigenti si sentono talmente cittadine del mondo da voler applicare goffamente un modello di integrazione che è palesemente fallito da almeno una generazione nella civile Europa del nord. Qualcuno cerca di crearsi il nuovo elettorato “esotico”, ma dall’altra parte della Manica qualcun altro sta lanciando il messaggio nella bottiglia provando a far capire ai nostri Totò e Peppino in viaggio a Milano che non è così scontato un modello in cui la pace sociale passi attraverso l’inclusione.
E non è neanche così scontato che la politica, disposta a forzare questo processo sacrificando l’interesse e la sicurezza nazionale, debba necessariamente essere premiata con un nuovo bacino elettorale, visto che in Italia già si parla di soggetti politici molto simili alla Fratellanza Musulmana. E non basterà bollare come cattivi maestri quelli contrari allo Ius soli così come non basterà sospendere per due mesi Filippo Facci dall’Ordine dei giornalisti. Perché Facci vi sta dicendo quello che voi vi rifiutate infastiditi di ascoltare per le strade, perché vi rovina “il film” che vi siete fatti. E non ascoltare Facci, ora, traendone le dovute considerazioni, potrebbe voler dire essere costretti in futuro (Dio non voglia) ad ascoltare qualcuno molto meno propenso di Facci “alla dialettica”.
Non si realizza alcuna integrazione costringendo i padroni di casa ad assoggettarsi alle abitudini dell’ospite. Semmai, al contrario, si genera rancore, senso di invadenza e di invasione. Solo che adesso il giocattolo si è rotto. Qualcuno comincia a non credere più alla favoletta dell’hashtag, del “je suis” o delle luci con i colori delle bandiere. Più di qualcuno si è stufato di “imagine” e guarda la realtà per quella che è, con il rancore di chi sente di essere stato preso in giro per molto tempo: e quello che vede non gli piace affatto cominciando ad avvertire pericolo e frustrazione. E non tutti sanno gestire la frustrazione in maniera civile. Anche perché di civile in questa convivenza forzata c’è ben poco. La politica ha fatto un guaio che difficilmente potrà risolvere. Perché quando tutti intorno a te avvertono un pericolo e tu continui a stare calmo pensando con arroganza che gli altri siano degli incolti, vuol dire che non hai capito il problema. E la politica nel suo delirio di onnipotenza ha commesso l’imperdonabile errore di forzare la mano non ponendosi il problema delle conseguenze. C’è da essere avviliti dall’immaginare che si debba prendere un politico, metterlo sulle ginocchia e spiegargli l’ovvio, ossia che è vero che in una casa esiste l’acqua e l’energia elettrica, ma che questo non può necessariamente voler dire che si possano tirare secchiate d’acqua contro la presa elettrica senza che questo non provochi un cortocircuito.
Qualcuno crede che ci sia una strategia globale in questo delirio che vorrebbe cancellare l’appartenenza di un Popolo alla propria Patria annientando lo ius sanguinis e massificando il concetto di cittadinanza: ma di fronte a chi parla di calo demografico o di introiti che giungerebbero nelle casse previdenziali grazie all’apporto dei “nuovi italiani” come si fa a non comprendere che ci troviamo di fronte a dei pericolosi stolti? Con la violenza non si genera nulla di buono dicono i porgitori professionisti di altre guance. Staremo a vedere anche se per ora non capiamo quale sia la loro ricetta se non quella di agevolare una pericolosa spirale di annientamento delle radici.
Aggiornato il 21 giugno 2017 alle ore 09:58