I mezzucci di Renzi e Grillo per sviare dalle sconfitte, ma il centrodestra rinasce

Il primo turno delle elezioni amministrative, pur rappresentando un risultato parziale in attesa dei ballottaggi, ha di fatto emesso due sentenze: il crollo elettorale del Movimento 5 Stelle, e il rilancio su tutto il territorio nazionale del centrodestra che, unito, riconquista terreno e convince con la sua proposta i cittadini, anche sotto forma di lista civica.

Il fantomatico tsunami grillino si è trasformato in una timida onda che ha toccato qualche costa. Di certo non ha bagnato quella ligure, e soprattutto Genova, città natale del leader del M5S già teatro della bocciatura d’imperio della candidatura di Marika Cassimatis, altra prova fallace della #democraziadelweb tanto decantata da Grillo & Co.

Il Movimento non sfonda da nessuna parte, fa un clamoroso flop in quel di Parma, lì dove Pizzarotti rappresentò la prima clamorosa epurazione grillina, e proprio il sindaco uscente affonda gli ex colleghi di partito che non arrivano nemmeno al ballottaggio, raggiungendo cifre irrisorie al conteggio dei voti.

Se Sparta piange, Atene non ride. È più o meno questo il sentimento all’interno del Partito democratico che, al di là di qualche affermazione sporadica, registra una battuta d’arresto sensibile un po’ ovunque sul territorio. A certificarlo è lo stesso Matteo Renzi, segretario del partito che il giorno dopo la chiusura delle urne ha preferito recarsi sulle macerie delle zone terremotate piuttosto che fermarsi a commentare i risultati elettorali. In altre circostanze, non avrebbe perso un istante a rivendicare un eventuale risultato positivo a suon di tweet. Aver meschinamente preferito recarsi ad Amatrice accompagnato dal presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti (uscito malamente sconfitto dalle primarie avendo sposato la mozione Orlando), di certo non nobilita Renzi, anzi ne sottolinea tutta la difficoltà e i mezzucci usati per sviare l’attenzione da ciò che evidentemente considera un passo falso. La distrazione di massa a favore di telecamera è sicuramente un’arma che il segretario del Pd sa usare, al pari del suo antagonista Grillo che ha messo in campo una strategia di comunicazione e social anti-migranti e anti-rom, tentando di riconquistare quella fetta di elettorato moderato che evidentemente reputa gli abbia voltato le spalle nel segreto delle urne, e cercare di recuperare il tanto terreno perso in queste elezioni. E qui veniamo al centrodestra. Da questa parte del campo possiamo indubbiamente ritenere positiva la performance elettorale. Gli osservatori anche più critici non possono non confermare come effettivamente se esiste una compagine che esce col segno più da queste amministrative, quella sicuramente è la squadra formata da Meloni-Berlusconi-Salvini. In ordine sparso e di galanteria.

Infatti, al di là di distanze e scaramucce, il centrodestra senza inguacchi si afferma e riconquista campo. Quando è unito. Evidentemente gli elettori, dopo aver penalizzato quest’area come a voler ammonire su una certa piega presa, stanno apprezzando il gran lavoro messo in campo soprattutto sul territorio, lì dove si amministra o dove si è opposizione. Non è molto, ma è sicuramente un primo passo verso una ripresa della fiducia degli italiani. In prima linea c’è sicuramente Fratelli d’Italia, una forza da cui il centrodestra non può prescindere se vuole veramente offrire agli italiani un’alternativa a Renzi o Grillo. Ad esempio, nel Lazio sono i numeri a dirlo: il centrodestra si afferma a Frosinone, dove al primo turno viene rieletto Nicola Ottaviani, e a Rieti dove al ballottaggio si arriva in vantaggio sul sindaco uscente di centrosinistra. A Rieti Fdi supera il 6,5 per cento, e anche in altri comuni non capoluogo ma di rilievo come Ladispoli e Cerveteri suona la stessa musica.

Un segnale da cogliere in vista dei prossimi, fondamentali appuntamenti elettorali che coinvolgeranno in primis i comuni al ballottaggio domenica 25 giugno, e poi la Regione Lazio e in ultimo, finalmente, il Parlamento. Abbiamo il tempo necessario e le prime indicazioni dal territorio sono confortanti. Ora non deve mancare la volontà, la determinazione, la competenza e il merito. Forza e coraggio.

(*) Consigliere regionale del Lazio e membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia

Aggiornato il 21 giugno 2017 alle ore 10:25