Tutelare gli animali, non lo si fa abbracciando cagnolini e micetti

È morta la bellissima tartaruga salvata in mare a Fiumicino nei giorni scorsi. Avevamo infatti raccontato con orgoglio del salvataggio di un esemplare di tartaruga marina grazie all’intervento di alcuni bagnini allertati da Barbara Flaiani, una consigliera municipale romana di Fratelli d’Italia.

Come ebbi modo di raccontare, l’animale, con evidenti ferite alla bocca causate da ami da pesca, era stato messo in salvo sulla spiaggia in attesa dell’intervento della Guardia costiera e dei volontari del soccorso veterinario. Trascorse circa quattro ore a causa di alcuni incredibili cavilli burocratici, e vietato per le stesse ragioni il trasporto in ambulanza dell’esemplare, questo ha raggiunto il più vicino centro di primo soccorso veterinario all’interno di un bagagliaio di un’automobile di Roma Natura. L’animale, anche perché stremato da questa estenuante attesa, è deceduto qualche ora dopo. Immediatamente trasportato presso l’Istituto zooprofilattico sperimentale del Lazio e della Toscana per gli accertamenti del caso, abbiamo interrogato gli uffici competenti al fine di accertare se la tartaruga, esemplare protetto appartenente alla famiglia caretta-caretta, non sia sopravvissuta per imperizia o a causa della burocrazia. In attesa dei referti dell’istituto zooprofilattico, abbiamo già espresso la nostra indignazione per una gestione approssimativa della vicenda, che approfondiremo dunque ulteriormente nelle sedi opportune.

Ora vi starete chiedendo perché dedicare così tante energie e tempo a una tartaruga deceduta, che forse sarebbe morta comunque per le ferite riportate, al di là delle lentaggini e della burocrazia regionale. Per due ragioni: una di rispetto, l’altra di comune lotta all’ipocrisia.

Partiamo dalla seconda. Ci si riempie ogni giorno la bocca di tutela faunistica e ambientale, di diritti degli animali, di tutela delle specie in via d’estinzione. Lo si fa abbracciati a cagnolini, micetti e magari qualche foto di panda, rigorosamente in campagna elettorale, ma anche nella vita social di tutti i giorni. Poi non ci si rende conto dell’ipocrisia dei propri comportamenti, del dovere morale legato alla salvaguardia degli animali, a maggior ragione, e lo dico con tutta trasparenza, quando riguarda una specie in via d’estinzione che aveva scelto le nostre acque come suo habitat naturale.

Serve cambiare le regole per il salvataggio degli animali: troppo tempo, processi burocratici cavillosi, competenze non chiare e istituzioni locali senza mezzi adeguati. E qui arrivo alla seconda ragione: il rispetto, verso gli animali ovviamente, ma anche verso tutti quei cittadini che quella domenica, come in tante altre occasioni, si sono mobilitati, hanno perduto una giornata di mare per salvare una tartaruga, in attesa per quasi quattro ore che le istituzioni dessero, loro sì, segnali di vita.

E ci sarebbe un’altra ragione. Proprio perché teniamo alla nostra economia locale, e non siamo ipocriti, non condanniamo affatto chi esercita legalmente attività ittica nei nostri mari, ma almeno facciamoci trovare pronti nel riparare i danni di qualcosa che può non andare per il verso giusto, come un amo finito nella bocca di un esemplare raro di tartaruga. È doveroso quindi porre la tutela dell’ambiente marino e della sua biodiversità al di sopra della burocrazia, e intervenire affinché non sia messa a rischio, in futuri casi analoghi, la sopravvivenza dell’esemplare salvato, dotando quindi le istituzioni di mezzi adeguati e di strumenti per interventi tempestivi.

Un partito animalista, come quello di Dudù e della Brambilla, dunque non serve, non ho mai creduto all’animalismo, ma serve come in tutte le cose una cultura del rispetto, che narri con esempi chiari cosa si dovrebbe e non si dovrebbe fare per il bene degli animali e del nostro ecosistema. Narrando anche casi come questi, o altri episodi simili, in cui la mancanza di una chiara fonte decisionale e di coordinamento mettono la politica e le istituzioni tutte di fronte alle proprie gravi, innegabili, storiche responsabilità.

(*) Consigliere regionale del Lazio e membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia

Aggiornato il 01 giugno 2017 alle ore 09:01