
La proposta del Partito Democratico sul sistema tedesco è stata approvata dalla direzione del Pd. Si sono astenuti 33 membri, tra i quali gli esponenti della mozione Orlando. “Noi siamo contrari alla proposta di legge, riteniamo vincolante la decisione della direzione ma chiediamo un approfondimento dei gruppi”, ha detto Andrea Orlando annunciando la decisione di astenersi. “La soglia al 5% è un elemento inamovibile del sistema tedesco e deve restare un altro elemento chiave, la scheda deve avere i nomi. Sono due elementi cardine”, aveva affermato Matteo Renzi durante il suo intervemto.
“La banale semplificazione dell'inciucio con Berlusconi è talmente stancante da aver perso anche l'elemento di divertimento iniziale” ha detto il segretario del Pd relativo sull'accusa di puntare con il sistema tedesco all'intesa con il Cavaliere. Quando si vota non è un problema che dobbiamo affrontare qui adesso. Noi dobbiamo affrontare un tema diverso, quando si vota la legge aveva ha anche detto Renzi, ricordando come i capigruppo tra Pd e FI abbiano concordato che l'ok alla legge debba arrivare entro il 7 luglio.
“Vi propongo di votare la relazione con il consenso del Pd per andare ad accettare il sistema tedesco con quella indicazione sulla data entro la prima settimana di luglio, perché altrimenti non si fa più”, aveva proposto Renzi - io non sono un entusiasta di un sistema proporzionale con soglia al 5%” ma “la nostra serietà è quella di offrire al Paese un sistema che abbia un consenso più ampio possibile”. “Il punto chiave del sistema tedesco - secondo il segretario del Pd - è che noi siano davanti al bivio di una soluzione che porta alla pacificazione istituzionale, con l'80 per cento dei partiti che lo vuole e porta il paese a ordinato svolgimento del passaggio elettorale senza forzature”.
“Sostenere il governo Gentiloni è sostenere noi stessi, quando si vota lo si decide nei luoghi competenti ma la legge elettorale va fatta non perché abbiamo impazienza di andare a votare ma perchè è condizione di serietà del patto con il Capo dello Stato e con i cittadini” ha concluso Renzi, aggiungendo però che “in democrazia capita di votare” e “sostenere che il voto costituisce una minaccia è una tesi suggestiva che non suggerirei ai giovani”.
Aggiornato il 31 maggio 2017 alle ore 14:43