Giustizia a tempo: D'Alì lascia la campagna elettorale

Il senatore di Forza Italia, Antonino D'Alì, abbandona la campagna elettorale come candidato sindaco a Trapani. Il parlamentare ieri ha ricevuto da parte della Dia di Palermo la notifica di una misura di prevenzione per obbligo di soggiorno nel comune di residenza da discutere nel prossimo mese di luglio, perché ritenuto "socialmente pericoloso".

"La persecuzione giudiziaria continua. Due volte assolto e nuovamente aggredito - ha dichiarato D'Alì - Ieri, dopo appena un'ora dalla chiusura della presentazione della mia candidatura e delle liste per l'elezione a sindaco di Trapani, con tempistica cadenzata in maniera da precludere ogni alternativa, ho ricevuto una assolutamente imprevedibile ed ingiusta proposta di misura di prevenzione". "Al di là degli aspetti e degli esiti giudiziari, per me certi nella riaffermazione della mia colpita dignità, ma purtroppo anche nella lungaggine di un già patito calvario, il messaggio è inequivocabile - sostiene D'Alì - al di fuori del percorso elettorale democratico qualcuno vuole e può far sì che io non possa impegnarmi come sindaco nel far diventare Trapani la città civile ed all'avanguardia per la quale ho sempre disperatamente lottato. Il continuo attacco alla mia dignità dovrebbe allarmare tutti, solo chi ha interesse a non vedere e capire può non chiamarlo una persecuzione che non trova la fine neppure dopo le sentenze di assoluzione".

"Sento il dovere in questo momento di sospendere ogni mia personale attività di campagna elettorale - annuncia il senatore di Forza Italia - torno amareggiato a Roma per onorare come di consueto il mandato parlamentare, poiché ritengo che, pure essendo stato assolto da ogni accusa anche in appello, non potrei condurre le opportune iniziative con questo carico di infamia scaricatomi addosso". "Già, io sarei 'socialmente pericoloso' - conclude - Per mia sventura io sono solamente 'politicamente da abbattere'. Lascio ogni valutazione alla capacità di giudizio e di reazione dei trapanesi, affido il prestigioso bagaglio di idee e di entusiasmo nelle mani del mio partito e di tutti i candidati del mio saldo schieramento e nel cuore delle donne, degli uomini e dei giovani che si sono già con me ufficialmente dichiarati, persone tutte di grandi e indiscutibili qualità morali ed intellettive, che meritano di poter godere del consenso elettorale dei cittadini trapanesi".

La richiesta della Dda di Palermo della misura di obbligo di soggiorno per il senatore D'Alì, candidato sindaco a Trapani, è stata inoltrata lo scorso 4 maggio, ma la notifica del provvedimento, fatta dal Tribunale con la fissazione dell'udienza, è arrivata alle 15.20 di ieri, quando erano già scaduti da oltre tre ore i termini per la presentazione delle liste per le elezioni dell'11 giugno. Le liste collegate a D'Alì dunque erano già state presentate.

Persone vicine a D'Alì fanno sapere all'Ansa che se la notifica fosse stata fatta prima della scadenza dei termini si sarebbe preso in considerazione l'eventuale ritiro del senatore con l'inserimento di un altro candidato sindaco da parte della coalizione. A questo punto, se D'Alì decidesse di ritirarsi tutte liste a lui collegate decadrebbero. Ecco perché secondo alcune fonti della coalizione D'Alì potrebbe andare avanti nella campagna elettorale, al momento sospesa in attesa di un vertice a Roma. Per l'avvocato Gino Bosco, uno dei legali del senatore, "si tratta di una esasperazione della democrazia". "Le considerazioni della Procura sulle motivazione della sentenza di appello - aggiunge - potevano essere fatte con più celerità in modo da evitare di arrivare a ridosso delle elezioni". D'Alì è stato assolto in primo e secondo grado dall'accusa di concorso esterno in associazione mafiosa.

Aggiornato il 18 maggio 2017 alle ore 18:58