
Virginia Raggi da una parte, Matteo Renzi dall’altra. Sarebbe il caso di dire che gli interessi dei cittadini, la questione rifiuti a Roma e i rispettivi ruoli istituzionali sono andati a finire nella spazzatura proprio grazie a questi due personaggi. Renzi, un ex premier (anche se abusivo), che immedesimandosi per una manciata di voti nella figura dello scopino comincia ad attaccare la sindaca: “sarò io a pulire Roma” afferma come sempre borioso, perdendo di fatto quell’ultimo briciolo di credibilità che conservava tra i suoi. Il “rottamatore” toscano, smemorato, non ricorda però, tra le tante cose, che oggi a governare la Regione Lazio c’è un uomo del suo Partito Democratico, un certo Nicola Zingaretti.
Poi c’è la Raggi, e tutto il Movimento 5 Stelle, quelli del “ci pensiamo noi, gli altri hanno governato, ora tocca a noi e saremo dalla parte dei cittadini”. Loro la fanno ancora più facile: “l’emergenza immondizia nella Capitale non esiste, gli impianti di trattamento sono boicottati, le foto dei cittadini sono invenzioni, i video sono ritoccati dai giornalisti, i rifiuti sono gettati a terra da chi vuole boicottare Grillo”.
Se non fossimo abituati alla mediocrità che ha caratterizzato la politica italiana negli ultimi mesi, ci sarebbe da dire che una discussione di questo genere non sarebbe degna neanche della più chiassosa riunione di condominio. Almeno lì si cercherebbe di comprendere di chi sono le responsabilità, discutendo, anche animatamente, ma alla fine prendendo una decisione. Qui, invece, siamo al più vetusto mero vergognoso scaricabarile... La realtà è che manca una discarica di servizio. Lo si sa da tanto tempo e la competenza specifica è da medesimo tempo della provincia di Roma. E da chi è stata amministrata nel periodo in questione la Provincia? Da Nicola Zingaretti, colui che oggi guida la Regione Lazio e che in cinque anni non ha assunto una, dico una, decisione determinante per il presente e la prospettiva di questo territorio. Il Vapore al Potere alcuni lo chiamano, io ho preferito #ZZ, che sta per #ZeroZingaretti.
E voi vi chiederete: “D’accordo, ma oggi allora chi dovrebbe decidere?”. Dovrebbe decidere la Raggi la quale, essendo Sindaco di Roma, è di diritto anche la Presidente dell’Area Metropolitana, che è la nuova denominazione data alle Province (quelle che grazie a Renzi e Del Rio dovevano scomparire e invece sono vive e vegete, per intenderci!). Ma la Raggi parla giustamente di differenziata, sentenzia su numeri e progetti supersonici e, nel frattempo, i suoi sul territorio si dimenticano di segnalarle che i cassonetti iniziano ad essere pieni di immondizia, come le strade, le piazze, le aree giochi del resto. Addirittura la sua assessora all’Ambiente, Pinuccia Montanari, arriva ad affermare che i topi a Roma non ci sono, perché lei nei suoi sopralluoghi non li ha mai visti. Roba dell’altro mondo verrebbe da esclamare...
Intanto è notizia di qualche giorno fa che l’Acea potrebbe aprire una nuova discarica di materiale plastico nell’area della Valle Galeria, quella dove insisteva Malagrotta e che il 5 Stelle aveva promesso di difendere. In campagna elettorale naturalmente. E poi stendiamo un velo pietoso sulla lettera che Ama ha inviato alla Regione per farsi autorizzare una discarica a via dei Romagnoli in zona Acilia Dragona insomma a due passi dagli scavi di Ostia Antica. Poi c’è il rogo di Pomezia, una discarica che va a fuoco rappresenta per una porzione del territorio una vera e propria catastrofe ambientale: scuole chiuse, raccomandazioni della Asl, divieto di consumare alimenti prodotti nei pressi dello stabilimento incendiato. Avevamo, in tempi non sospetti, richiesto chiarimenti a Zingaretti, senza ricevere risposta alcuna. Quelle risposte che un sindaco, dopo le proteste di mesi fa mosse dai comitati di zona, era comunque in grado di garantire. Il sindaco di Pomezia, udite-udite, è anch’esso un orgoglioso pentastellato, forse disattento, certamente inefficace. Perché anche lui, come la Raggi, ora utilizza lo scaricabarile, non assumendosi la benché minima responsabilità di tonnellate di amianto che erano presenti nella discarica andata in fiamme.
Insomma, in attesa che qualcuno si prenda la briga di assumere decisioni, di affrontare la questione rifiuti, di mettere in sicurezza gli impianti e, allo stesso tempo, di garantire decoro e salubrità ambientale a Roma, assistiamo al teatrino della vecchia politica. Quella vecchia politica che il rottamatore fiorentino e i puritani a 5 stelle volevano mettere nel cassetto ma che, al momento giusto, sono stati in grado di ritirare fuori nel peggiore dei modi a propria convenienza e a spese della collettività. La stessa cui a breve chiederanno il voto. Ma credo proprio che stavolta la saga dei rottamatori finirà, quella sì, dritta dritta in discarica...
(*) Consigliere regionale del Lazio e membro dell’Assemblea Nazionale di Fratelli d’Italia
Aggiornato il 16 maggio 2017 alle ore 11:03