Di Stefano e le liste di proscrizione antisemite su Facebook

L’Italia può permettersi uno come Manlio Di Stefano a ministro degli Esteri? Non è un’ipotesi del quarto tipo, ma un’eventualità concreta visto che più volte è stato indicato come tale in un futuro (e ovviamente non auspicabile) governo a Cinque Stelle.

Il caso  è noto: il personaggio è chiaramente uno di quegli attivisti filo-palestinesi tendenzialmente ostili a Israele. E già questo sarebbe un problema. Senonché nei giorni scorsi, e qualche giornale (bontà sua) ne ha anche dato conto, al primo problema se ne è aggiunto un secondo: la sua pagina Facebook è stata  inondata di commenti antisemiti e, come se non bastasse, anche il post di quella vecchia porcata delle liste di proscrizione contro professori, intellettuali e nomi della finanza di presunte origini religiose ebraiche in Italia. Le famose liste di proscrizione di Stormfront. Tanto deprecate quando scoppiò il caso qualche anno fa, ma poi prontamente riciclate sui social network nelle pagine anti israeliane e talvolta anti semite.

Fino a giungere su quella di Di Stefano. Che ovviamente ha declinato ogni responsabilità. Anche se non ha mostrato molta fretta nel fare rimuovere il post della vergogna. Che Beppe Grillo e suoi adepti non amino Israele è cosa tanto nota quanto poco originale nel panorama nazionale dell’antipolitica, “de destra” o “de sinistra” che sia. Famosa la sua gaffe sulla bontà dell’Iran di Ahmadinejad e contro i video del sito Memri accusati di tradurre male l’arabo e il farsi, e di incitare all’odio anti iraniano. Cosa palesemente falsa visto che in Italia a conoscere vagamente l’arabo e il farsi sono in tanti e quindi  anche a poter controllare la bontà dei sottotitoli in inglese. Poi nel settembre 2016 sul sito di Virginia Raggi, da poco insediata a sindaco di Roma, in occasione dell’inaugurazione della giornata della cultura ebraica, cominciarono ad apparire commenti del tipo “Occupiamoci di cose utili signora Raggi, di questo non ce ne frega niente”. O come quello che sosteneva di “non dimenticare anche gli altri genocidi però, Virginia! La memoria non dev’essere selettiva. Guarda caso si parla sempre e solo dello sterminio del popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale. Guarda caso...”.

Adesso, per non farsi mancare proprio niente, sulla pagina Facebook di Manlio Di Stefano ricicciano le liste antiebraiche di Stormfront. Sarà solo un caso se tutti gli antisemiti di Roma e di Italia si sentono autorizzati a fare commenti del genere e a rinvangare post così infami sempre e solo sulle pagine internet gestite da esponenti grillini? Non potrebbe essere un’enormità indicare uno come Di Stefano a futuro inquilino della Farnesina? È proprio un destino così ineluttabile per il nostro Paese?

Aggiornato il 10 maggio 2017 alle ore 11:03