
In questi giorni leggiamo di un avvicinamento al mondo cattolico del Movimento 5 Stelle guidato da Beppe Grillo. A riprova di questa simpatia ci sarebbero diversi indizi. Il più importante sembrerebbe essere la recente intervista rilasciata dal leader grillino al quotidiano cattolico Avvenire. E l’intervento del direttore del quotidiano della Cei, Marco Tarquinio, sulle pagine del Corriere della Sera a spiegare la decisione di ospitare il fondatore del M5S, illustrando anche i punti di sintesi e raccordo tra grillini e alcune posizioni d’Oltretevere.
Questo è forse il momento più alto fin qui registrato di questa sintonia, e giunge dopo alcune puntate precedenti che hanno visto la sindaca di Roma, Virginia Raggi, partecipare ad appuntamenti ufficiali come la messa di Natale nell’Ostello della Caritas di alcuni mesi fa o, più di recente, l’iniziativa appena annunciata di una maratona interreligiosa per le strade di Roma, la Via Pacis, con la missione di promuovere la conoscenza della ricchezza culturale e religiosa della città.
Eppure, i dubbi sull’opportunità di un accostamento tra il mondo cattolico e quello grillino sono tanti, e trovano giustificazione nelle tante iniziative del M5S nelle istituzioni in cui i suoi rappresentanti sono presenti, come nella Regione Lazio dove anche lo scrivente è eletto, contrastanti con il fondamento della Famiglia così caro al Vaticano e alla dottrina cattolica.
Proprio alla Pisana, sede del Consiglio regionale del Lazio, il primo atto presentato dal gruppo consiliare del M5S fu la proposta di legge datata 19 giugno 2013 che aveva per titolo “Misure contro le discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o dell’identità di genere e per la tutela dei diritti derivanti dalle convivenze affettive”, nel cui dispositivo si proponeva, tra i principi fondamentali, l’istituzione del registro delle Unioni civili presso la Regione, contro quelle discriminazioni determinate dall’orientamento sessuale o identità di genere. Di lì a un mese, il 19 luglio dello stesso anno, il gruppo prendeva parte a un convegno Lgbt organizzato in Regione, a riconferma della totale adesione a un mondo che non è propriamente assimilabile alla visione cattolica soprattutto riguardo alla famiglia naturale, più volte ribadita anche dai quotidiani più vicini al Vaticano, ovvero quella composta da un padre, una madre e dai figli che il Signore donerà loro. Lo stesso avviene quotidianamente nei Municipi romani e nei Comuni del territorio nazionale dove le posizioni dei rappresentanti del Movimento 5 Stelle sono chiare e documentate a favore di matrimonio gay e adozione da parte delle coppie gay, eutanasia, fecondazione eterologa, legalizzazione delle droghe leggere, sperimentazione della pillola abortiva Ru486. Insomma, il generale tenta di arraffare voti predicando bene ma poi la truppa nelle istituzioni predica male proprio in contrapposizione alla dottrina della Chiesa.
Senza volere scomodare, inoltre, le ultime eminenti riflessioni di grandi pensatori cattolici di riferimento su eutanasia e aborto, rispetto alle quali le posizioni del M5S sono assolutamente divergenti: le prime volte alla tutela della vita, le seconde più orientate al nichilismo in nome della laica autodeterminazione dell’essere umano. Proprio in difesa della famiglia naturale, in occasione della legge di stabilità 2016 varata dalla Regione Lazio, il gruppo di Fratelli d’Italia e con il sottoscritto primo firmatario aveva presentato un ordine del giorno volto a promuovere “Iniziative per la tutela della famiglia naturale. Misure a contrasto della diffusione della teoria gender”. Un’iniziativa che voleva sottolineare la necessità, ispirata da solidi valori cattolici di riferimento, di introdurre un “Fattore Famiglia” quale criterio a sostegno delle politiche di reddito a sostegno delle famiglie laziali; la valorizzazione della differenza sessuale e complementarità biologica, funzionale e sociale che ne consegue; una Festa della Famiglia naturale, fondata sull’unione tra uomo e donna. Questa proposta, ovviamente, è stata avversata dalla sinistra alla quale si è aggiunto proprio il Movimento 5 Stelle, che ha votato in maniera contraria.
Queste evidenti distanze ideologiche, suffragate dagli atti che quotidianamente gli eletti del Movimento 5 Stelle compiono nelle istituzioni, contrastano in maniera evidente con le intenzioni e le parole del loro leader Beppe Grillo. Queste aperture, inoltre, creano scoramento e confusione in chi quei valori li continua a difendere tutti i giorni in aula senza mai aver trovato sostegno e affidamento nel M5S. Ne dobbiamo evincere che il tentativo da parte del mondo grillino di agganciare quello cattolico, è solo una patetica manovra volta a irretire e sedurre un elettorato naturalmente distante da certe posizioni e idee.
Come possono convivere diritto alla vita e diritto alla morte? Pillola abortiva, fecondazione eterologa e figli nati dal matrimonio tra un uomo e una donna? Famiglia naturale, matrimoni gay o cultura gender? Interruzione di gravidanza e tutela del nascituro? È chiaro che identità talmente distanti sui temi etici non sono fatte per camminare nella stessa direzione, ma sono antitetiche l’una all’altra. Il resto, le parole di Grillo e la sua “conversione” sulla via di Damasco, sono solo un imbroglio a fini elettorali.
(*) Consigliere regionale del Lazio e membro dell’Assemblea nazionale di Fratelli d’Italia
Aggiornato il 23 giugno 2017 alle ore 12:55