
“Dare speranza al nostro Paese”. È da qui che parte la corsa di Stefano Parisi per la conquista del centrodestra. Cerca persone capaci di impegnarsi per un “una politica di qualità fatta da persone competenti e oneste”, in grado di far ripartire l’Italia e la sua economia. Un appello indirizzato non solo ai delusi del centrodestra, ma anche a chi aveva creduto alle promesse (mancate) di Matteo Renzi. Parisi ha lavorato nelle istituzioni, è stato un manager e un imprenditore, ma da un anno – con la candidatura a sindaco di Milano – ha deciso di fare politica in prima persona. E la sua sembra una ricetta schiettamente liberale: taglio del debito pubblico attraverso una spending review rigorosa, lotta alla burocrazia e riduzione delle tasse.
Parisi, il primo aprile a Roma “Energie per l’Italia” terrà la sua grande manifestazione. È il lancio ufficiale del suo partito?
È il lancio nazionale di Energie per l’Italia. Non un partito, perché i partiti sono superati, la gente oggi non si iscrive più ai partiti, non è interessata ad avere una tessera. Energie per l’Italia è un movimento liberale e popolare, democratico, riformista. Il primo aprile all’Ergife Palace Hotel, a Roma, ci troveremo con tutte le persone che in questi mesi, dal primo Megawatt ad oggi, hanno lavorato con noi per rigenerare la politica e dare una speranza al nostro Paese.
Chi parlerà al suo evento?
Parleranno persone con esperienze di valore da comunicare e con idee per l’Italia. Sarà una giornata emozionante, si vedrà una novità politica nata sulla scia di quanto fatto a Milano per le elezioni amministrative e che ha letteralmente rotto gli argini cittadini coinvolgendo persone di tutta Italia.
C’è molta curiosità attorno alla sua iniziativa. Che forma avrà il suo movimento?
In questi anni abbiamo visto trionfare i movimenti antisistema, io vorrei far tornare la speranza nella possibilità di costruire insieme qualcosa di bello per i nostri figli. Una politica di qualità, che faccia volare il Paese, che ci ridia l’orgoglio e la voglia di impegnarci. Siamo un movimento aperto, chiunque può partecipare. In questi mesi abbiamo costituito 18 gruppi di lavoro con 1500 persone. Abbiamo aperto 200 circoli di Energie per l’Italia e una piattaforma web (www.energieperlitalia.com) che è un luogo di dibattito straordinario e di democrazia diretta, dove si discute di tutto e si propongono soluzioni, con competenza e sempre con spirito positivo.
Lei fa spesso riferimento ai milioni di voti persi in questi anni dal centrodestra. Il suo è un appello solo ai delusi del centrodestra o pensa di poter parlare anche ai delusi dal Partito Democratico e da Renzi e ai Cinque Stelle?
Parlo a tutti, ci mancherebbe. Tra i delusi di Renzi ci sono molti ex elettori di centrodestra che avevano creduto nelle sue promesse e nella possibilità di riformare il Paese. Tra chi sceglie i Cinque Stelle ci sono molte persone arrabbiate con la politica. Del resto il nostro Paese è stato gettato in un autentico disastro economico e sociale dagli ultimi Governi. Io non ho mai fatto politica finora, ho lavorato nelle istituzioni, poi sono stato un manager e un imprenditore. Da un anno ho deciso di impegnarmi in prima persona, non da solo, ma insieme a tutti coloro che credono nella possibilità di un progetto nuovo, di una politica di qualità, fatta da persone competenti e oneste.
Veniamo alla collocazione della sua iniziativa politica. Lei è stato candidato a Milano per il centrodestra. Ritiene sia possibile ricostruire l’alleanza che l’ha sostenuta nella corsa a Palazzo Marino?
A Milano quell’alleanza ha funzionato perché non era costruita a tavolino, solo per dare una parvenza di unità, ma era fondata su un programma approvato da tutti. Le alleanze si costruiscono rispettando gli elettori. A livello nazionale, credo che l’area liberale e popolare del centrodestra debba prima di tutto tornare ad avere un’identità forte per confrontarsi con gli alleati avendo recuperato i voti perduti. Poi ci si può alleare sulle cose da fare.
Angelino Alfano ha lanciato l’idea di un contenitore di centro esplicitamente sganciato sia dal centrodestra lepenista che dal centrosinistra. I percorsi di Energie per l’Italia e Alternativa Popolare possono incontrarsi?
Alternativa Popolare al momento mantiene l’ambiguità di governare con la sinistra, sostenendo provvedimenti che non hanno nulla a che vedere con una visione liberale del Paese. Se e quando questa contraddizione verrà meno, allora i nostri percorsi potranno avvicinarsi.
Il centrodestra sembra essere spaccato su un tema in particolare: l’Euro e l’Europa. Come pensa di affrontare questo nodo?
La moneta unica per come è stata introdotta e gestita è stata un errore. L’Europa è tutta da rifare. Ma lo stesso Matteo Salvini sa perfettamente che non è possibile uscire dall’Euro senza svuotare le tasche degli italiani. Energie per l’Italia vuole cambiare l’Europa con riforme radicali e non con vuoti e inutili slogan.
Renzi ha cercato di vendersi come il grande innovatore della politica italiana. Dove ha sbagliato, secondo lei?
Renzi ha sbagliato tutte le politiche economiche. Ha distribuito mance e bonus che hanno aumento il nostro debito e che adesso dobbiamo ripagare. Ha bruciato 26 miliardi di flessibilità concessi dall’Europa. Sono errori imperdonabili.
Allora quali sono le sue proposte economiche per rilanciare l’Italia?
Taglio del debito pubblico attraverso una spending review rigorosa che tolga di mezzo le inefficienze. Lotta alla burocrazia e giù le tasse. Attrazione degli investimenti privati, i soli che possono creare occupazione e crescita. Infine, stop all’immigrazione selvaggia, attraverso una contrattazione seria con i partner dell’Unione. Dobbiamo investire ciò che spendiamo per una falsa accoglienza in politiche di sviluppo dei Paesi da cui provengono gli immigrati.
Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:46