Regole non rispettate da Sky, Unità e Vivendi

Le regole vanno rispettate, sempre! Anche a Sky, all’Unità o a Vivendi. È uno dei principi base del vivere civile, soprattutto quando si tratta di norme giuridiche e contrattuali. Nel campo dell’editoria, invece, alcuni gruppi editoriali tentano di stravolgere le relazioni sociali. La fusione Itedi (“La Stampa”-“Il Secolo XIX”) ed il Gruppo l’Espresso è sotto i riflettori dell’Antitrust per vedere se sono rispettate le normative sulla concorrenza. Anche nel braccio di ferro tra Mediaset e Vivendi c’è una questione di rispetto delle regole: di mercato e contrattuali. I francesi con l’assalto che li ha portati al 29,9 per cento delle azioni, ossia ad un passo dalla soglia della scalata che dovrebbe passare però per l’Opa, sono venuti meno alle regole, tanto che Pier Silvio Berlusconi, da Londra, è stato chiaro “se ne esce con le vie legali” e “non c’è interesse per le quote Telecom”, anche se i contrasti potrebbero essere superati con un accordo che convenga a tutte e due le parti.

Codice civile e contratto tra l’azienda di Rupert Murdoch e i giornalisti nel duro braccio di ferro sul trasferimento a Milano di gran parte del personale che lavora a Roma; l’amministratore delegato Andrea Zappia ha annunciato il trasferimento di “Sky Tg24” ed altri settori produttivi a Milano. L’assemblea dei redattori ha risposto con l’apertura dello stato di agitazione e la proclamazione di un pacchetto di quattro giorni di sciopero. La contrarietà del trasferimento del telegiornale da via Salaria in Roma, da dove trasmette dal 2003, deriva dai pericoli per le ricadute occupazionali e per l’impatto negativo sulla vita di centinaia di giornalisti e delle loro famiglie. Il piano così come è stato presentato, osserva il Cdr, sradica una realtà giornalistica che nella capitale ha costruito la sua credibilità, dimostrando di essere in grado di svolgere un ruolo da protagonista sulla scena editoriale italiana.

Sulla vicenda sono intervenuti il segretario della Fnsi e quello dell’Usigrai. “L’amministratore delegato di Sky - ha osservato Raffaele Lorusso - deve prendere atto che in materia di esuberi e trasferimenti di personale ci sono le regole e che è intenzione della Fnsi di farle rispettare in ogni sede, anche con l’assistenza dei legali”. Per ora le misure annunciate si traducono in una mortificazione delle professionalità e in un impoverimento della qualità dell’offerta informativa.

Vittorio Di Trapani, da parte sua, osserva che: “l’annuncio di duecento esuberi e di trecento trasferimenti appare una misura incomprensibile e non giustificata da motivazioni economiche chiare e inconfutabili”. Anche se concorrenti, i giornalisti Rai sono solidali con quelli di Sky in difesa di regole e diritti. Sciopero annunciato all’“Unità” dove la situazione sta precipitando. L’amministratore delegato Guido Stefanelli, che ha la delega del gruppo Pessina, ha comunicato al Cdr di voler dare il via ai licenziamenti unilateralmente senza ammortizzatori sociali anziché proseguire la trattativa con il sindacato sulla trasformazione di dodici contratti ex articolo 1 in altrettanti contratti articolo 2 (cioè da staff a collaboratori).

La nuova proprietà del giornale fondato da Antonio Gramsci in diciotto mesi non ha presentato, come promesso, il piano industriale per garantire futuro e progettualità al quotidiano. Il momento di rottura è avvenuto quando è stata annunciata la riduzione della forza lavoro senza percorrere la strada degli ammortizzatori sociali, senza informare il socio di minoranza (che è una società del Partito Democratico e che aveva sollecitato la nomina del vignettista Sergio Staino come nuovo direttore) e senza alcuna comunicazione al presidente del Consiglio di amministrazione che è l’ex deputato Chicco Testa.

Sulla vicenda della gestione degli ultimi diciotto mesi all’“Unità” ci sono molti buchi neri ed è intenzione del Cdr di andare fino in fondo, portando il dossier eventualmente in tribunale.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:43