Un diplomatico (Usa) da allontanare

Ha fatto scalpore in tutto il mondo la notizia dell’espulsione dagli Usa di trenta diplomatici russi accusati di interferenze nella campagna elettorale di Donald Trump. Fatto clamoroso perché è un’autentica “freccia del Parto” del Presidente Barack Obama “sotto sfratto” nei confronti del successore in attesa di prender possesso della carica.

Ma se c’è un diplomatico da cacciare per una questione di dignità nazionale italiana da lui lesa non con una qualsiasi azione tale da interferire nella campagna elettorale, ma con un intervento manifesto, una sorta di ingiunzione da padrone, è John Phillips (nella foto), ambasciatore Usa a Roma che è intervenuto con una formale dichiarazione in favore del “Sì” al referendum costituzionale.

Il Governo, il ministro degli Esteri (un certo Paolo Gentiloni) e il Presidente della Repubblica avrebbero dovuto reagire immediatamente. Sono stati zitti. Forse avevano sollecitato quell’intervento. È possibile. Il “Sì” ha perso clamorosamente. L’intervento si è rivelato una gaffe doppia: indecente ed inutile.

Ora probabilmente Trump cambierà i rappresentanti diplomatici. È augurabile che allontani da Roma questo grossolano arrogante. Ma è bene che sappia che, se il Governo italiano non lo aveva trattato come i diplomatici russi, il popolo italiano non lo considera più da mesi persona gradita e che prenderà volentieri atto della sostituzione. L’amicizia per gli Stati Uniti impone che la reazione ad un cafone arrogante, espressione di un’amministrazione non delle migliori, sia aperta e ferma.

L’“abbozzare” è da servi, non da amici sinceri.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:45