Roma allo sbando,   Milano vecchi fantasmi

“Il vero politico onesto è il politico capace”.

Così parlò l’Immenso Benedetto Croce. Per fare politica non serve solo onestà; necessaria è anche la capacità. Capacità d’agire; capacità di saper dialogare con le altre parti politiche; capacità di saper riconoscere gli errori; di saper accettare allo stesso modo trionfi e disastri e capacità nello scegliere collaboratori fidati.

Quest’ultima sfaccettatura, soprattutto, latita terribilmente nel sindaco di Roma. Non metto in dubbio la sua onestà come quella dei vertici del Movimento, da lei rappresentato nella Capitale. Tuttavia per amministrare una città - soprattutto un contenitore di problemi come la Città Eterna - con la mera onestà non si va da nessuna parte, se inscindibilmente non subentra la capacità, e se questa non entra in gioco, si delega, e se le deleghe non sono supportate da bravura, si finisce per far figure barbine come questa; sei mesi di nulla, neppure un elenco definito e definitivo della giunta comunale, con un arresto nei confronti del collaboratore più vicino al sindaco stesso.

Due considerazioni: un Movimento giustizialista - chi di giustizialismo ferisce di giustizialismo perisce - che si autoproclama continuamente come nuovo ed anti-sistema, e poi lascia che il suo sindaco più importante nomini come braccio destro un politico-amministratore, ai tempi, vicino a Gianni Alemanno prima, a Ignazio Marino poi e dunque proveniente dal passato? Movimento 5 Contraddizioni.

Virginia Raggi da sei mesi a questa parte si sta rilevando il peggior antagonista del suo stesso Movimento. L’uso della magistratura per regolare conti politici è sempre deplorevole. Ovviamente, come nelle migliori partite a scacchi, guarda caso, a Milano, invece, Beppe Sala si autosospende da sindaco dopo essere stato informato di un’indagine a suo carico per quanto riguarda degli appalti all’Expo e se la tivù mandasse ancora in onda lo spot della “Milano da bere” dell’Amaro Ramazzotti perderemmo la cognizione del tempo, pensando di esser tornati nei Novanta.

Da garantista, finché non vedo prove contrarie, sono assolutamente convinto della non colpevolezza di tutti i soggetti, schifando coloro i quali - opposizioni, opinione pubblica, gente comune - abbiano già emesso sentenza definitiva di condanna. Penosi oltre che pericolosi giacobini giustizialisti di serie Z.

Tuttavia, “bisogna cambiare tutto per non cambiare niente”, così scriveva Giuseppe Tomasi di Lampedusa ne “Il Gattopardo”. Ogni riferimento al Pool di “Mani Pulite”, a Scalfaro e agli altri soliti noti è puramente cercato.

Aggiornato il 08 ottobre 2017 alle ore 22:03